STEFANO FOGLIANI
Sport

Il Sassuolo pasticcia, ko assurdo a Verona

I neroverdi, in vantaggio con Harroui, perdono la partita all’ultimo secondo dopo un errore clamoroso di Consigli. La decide Gaich

Il Sassuolo pasticcia, ko assurdo a Verona

Il Sassuolo pasticcia, ko assurdo a Verona

di Stefano Fogliani

La sorpresa arriva al 95’, quando Consigli la combina grossissima porgendo a Gaich, con un disimpegno inguardabile, il pallone del sorpasso. E rende amarissimo il cioccolato dell’uovo neroverde, consegnando al Sassuolo del Bentegodi una sconfitta che sa tanto di ‘remi in barca’.

Perché non esiste che una gara a lungo dominata, nel corso della quale al gol del vantaggio se ne potevano aggiungere un altro paio, si trasformi in una via crucis che fa capire, col senno di poi, perché Dionisi temesse tanto questa partita. E riconsegna a limiti antichi, di concentrazione e di attenzione, il Sassuolo, spedendo tuttavia dietro la lavagna anche il tecnico toscano, i cui cambi depotenziano una squadra che si sfarina negli ultimi 10’ e trasforma quel pari che erano già due punti persi in una resa. Al Bentegodi succede di tutto, ma in realtà succede solo quello che il Sassuolo, imperdonabile nel consegnarsi agli avversari, fa succedere per distrazione e dabbenaggine. Perché sul piano tecnico, detta come detta, non c’era partita, ma il pallone non è solo tecnica. Temeva il Verona, il tecnico neroverde, ma sapeva di poter far leva sulle consapevolezze e sulle qualità dei suoi. Niente arrembaggi, allora, ma la paziente tessitura di una manovra che poco spazio a lungo trova, ma nessuno ne concede. Duelli individuali tanti, palloni ‘sporchi’ moltissimi e schermaglie infinite consegnano il primo terzo di match al nulla reciproco. I primi fuochi – Frattesi alto al 28’, Veloso in curva a stretto giro di posta – non accendono la partita, che vivacchia a lungo su se stessa cercando un padrone.

Il Sassuolo, con la qualità che ha, si muove meglio, il Verona lo limita con profitto e dinamismo ma appena si disunisce da’ strada ai neroverdi, improvvisamente imprendibili. Merito di Berardi, e di chi sennò, che si inventa una giocata che miracola Harroui: la gara che cercava un padrone lo trova in un Sassuolo concreto fino al cinismo. Un tiro in porta, un gol la sintesi, e prestazione più che sufficiente per portarsi oltre un Verona prigioniero delle proprie incertezze e di una classifica che condiziona testa e muscoli degli uomini di Zaffaroni. Sempre in gara, però, anche se un conto è ‘tenere’, un altro giocare e proporsi. L’Hellas, lo dice la classifica, l’uno e l’altro non lo sa fare, il Sassuolo di Dionisi sì: questione anche (o solo) di qualità. Quando emergono il Sassuolo va vicino al raddoppio – Frattesi alza la mira, Pinamonti è ‘morbido’ nei confronti di Montipo, Berardi calcia oltre la porta scaligera, poi sprecano anche Laurientè e Rogerio – ma quando i neroverdi non la supportano con l’atteggiamento il piano-gara si inclina. Restituendo spazio al Verona, che prova a prenderselo aggiungendo i centimetri e i chili di Djuric, la velocità di Kallon e la stazza di Gaich ad una fase offensiva fin lì non pervenuta.

Tanto basta: i cambi che rianimano il Verona ‘spengono’ invece i neroverdi, arrendevoli e passivi: proprio Djuric porta il Verona a un passo dal pari – rimedia Lopez sulla linea - e dove non arriva lui arriva un altro subentrato, ovvero Ceccherini, che sfrutta l’ennesimo corner e riporta a galla il Verona che a questo si gioca il tutto per tutto. E, agevolato da una topica di Consigli, il tutto lo trova quando non ci credeva più nessuno.