La città ’si tatua’ il campione I tifosi gli dedicano un murale

È ufficiale il ritiro della maglia numero 4, resterà per sempre legata al giocatore umbro

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L’ultimo atto è andato in scena poco prima che scoccassero le 22, quando la festa volgeva al termine – e proseguirà, per molti dei ‘Magannelli’s friends’, a Villa Vicini – con il ritiro della maglia numero 4 e la scopertura del murale (dell’artista Hello Marte di Piacenza) che il tifo organizzato sassolese ha fatto dipingere, complice il sostegno di qualche volenteroso sponsor, sulla recinzione più prossima all’ingresso e alla tribuna. Al ‘Ricci’, ca va sans dire, lo stadio che Francesco Magnanelli crediamo abbia sentito più suo, dentro il quale ha conosciuto i primi successi, e qualche delusione, da calciatore (due promozioni, dalla C2 alla C1 e poi dalla C1 in B) e dove il centrocampista umbro ai tempi del lockdown andava di nascosto ai più e scavalcando ingressi allora incustoditi, a correre in solitaria. Perché tra lo stare a casa e stare al Ricci, per Magnanelli, a lungo non c’è mai stata troppa differenza. Giusto sia stato lì, in piazza Risorgimento, dove per il Francesco Magnanelli calciatore tutto è cominciato, per il Francesco Magnanelli calciatore sia tutto finito. A chiudere il cerchio di una carriera già irripetibile e legata a doppio filo con questo prato che la prima squadra non calca più da anni, ma emigrare, visto che si è emigrati perché si è arrivati in A, ne valeva anche la pena. Finisce con quel Ricci gremito e commosso, una maglia che non verrà più assegnata a nessuno e da ieri ufficialmente ritirata (come Maldini o Maradona o Zanetti o Baresi). Finisce con una cosa che resta, ovvero il murale neroverde, che ritrae il capitano, di spalle, con la ‘sua’ Sassuolo sullo sfondo. Ha il braccio alzato, il Magnanelli ritratto sul muro del Ricci, sembra saluti. A ricambiare, idealmente, il saluto che la Sassuolo neroverde gli ha tributato ieri.

s.f.