La ricetta di Palmieri: "Formiamo uomini, poi giocatori"

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Oltre trecento tesserati e undici squadre, dall’under 18 all’under 15 che disputano i campionati nazionali, passando da under 14 e under 13 iscritti ai campionati regionali di competenza e poi la cosiddetta attività di base, che va dall’under 12 all’under 9. È un progetto in continua crescita, quello del settore giovanile del Sassuolo: guida Francesco Palmieri che comincia, da responsabile del vivaio, la sua ottava stagione a Sassuolo non senza la curiosità di sempre. "Il percorso che abbiamo impostato, d’intesa con Giovanni Carnevali e con una proprietà che ci permette di lavorare, senza assilli, vuole soprattutto far crescere dei ragazzi, e credo questo dovrebbe essere l’obiettivo primario di ogni settore giovanile", spiega Palmieri, che in questi anni ha strutturato un vivaio che si avvantaggia, autoalimentandosi, della continuità anagrafica tra le diverse squadre, ne guida la crescita collettiva e individuale anche grazie a strutture non indifferenti e un’organizzazione ferrea che si scontra inevitabilmente con un bacino di utenza territorialmente limitato (Sassuolo è sempre Sassuolo). Un campionato Beretti, due tornei di Viareggio (tra gli altri) dicono che sotto le squadre dei ‘più grandi’, quelle in cui i ragazzini non sono più ragazzini ma cominciano a trasformarsi in ‘promesse’, c’è una struttura che funziona, e dentro la quale crescono, se non i talenti di domani, "tanti ragazzi ai quali diamo le opportunità del caso, mettendo loro a disposizione strutture, organizzazione, e personale". Perché, spiega ancora Palmieri, "il settore giovanile, rispetto alla prima squadra e anche alla Primavera, che oggi è a tutti gli effetti una ‘seconda prima squadra’, è un’altra cosa: ha altre esigenze, altri tempi, lavora con altro materiale umano: sono diverse le esigenze e sono diversi i metodi, è diverso il modo di lavorare sul campo e fuori dal campo, ma la filosofia resta quella, ovvero far crescere i ragazzi. E non pensando che un domani magari si vincerà qualcosa, perché qualcosa lo abbiamo già vinto, ma per consolidare un progetto che, per una società come il Sassuolo, è strategico".

Quest’anno, ad esempio, dall’under 18 all’under 14 sono cambiate tre panchine (confermati Gilioli e Neri tra under 15 e under 16, nuovi Pedone e Pavan , rispettivamente alla guida di under 18 e under 17, nuovo Annese in under 14) ma quella che non cambia è la filosofia che innaffia il vivavio neroverde. La stessa che, peraltro, ha guidato la nascita di Generazione S, il progetto nato nel 2021 attraverso il quale il Sassuolo Calcio mette la propria filosofia a disposizione delle società cosiddette minori. Che poi minori, a ben vedere, non sono: i giovani talenti nascono infatti da lì.