Modena, il passato insegna: si può recuperare

Nella stagione 20082009 i gialli cominciarono perdendo tutti e cinque i primi incontri, arrivò poi una salvezza strappata all’ultimo

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di Alessandro Bedoni

Quattro sconfitte in cinque partite. Non c’è dubbio che un inizio così deficitario non se lo aspettava nessuno. Ma proviamo a consolarci, perchè sfogliando la storia più o meno recente del Modena calcio in serie B, ci fu una squadra canarina che seppe fare anche peggio. Parliamo della stagione 20082009, quella passata alla storia canarina per quella salvezza diretta arrivata solo a cinque minuti dalla fine del campionato, con l’ormai leggendaria vittoria di Trieste suggellata da una rete di Alex Pinardi.

Peggio di oggi, dicevamo. Perchè la squadra allenata da Daniele Zoratto nelle prime cinque giornate di quel torneo cadetto collezionò altrettante sconfitte, di cui almeno un paio assolutamente immeritate. Come la gara di Pisa ad esempio, quando l’arbitro Tozzi di Ostia concesse ai nerazzurri di casa un penalty inesistente per un autentico tuffo di Joelson ai danni dell’incolpevole Cardone. Ma allora non c’era il Var, e le immagini venivano scandagliate solo nei giorni successivi al match. Risultato, tre giornate a Joelson per simulazione con la prova tv, ma risultato ovviamente omologato. E solo sette giorni più tardi, gara al Braglia con la Salernitana, il troppo fiscale Mazzoleni di Bergamo pensò bene di lasciare i gialli in nove già prima dell’intervallo, due cartellini rossi per proteste, certamente influenzate dallo scippo subito nel match precedente all’Arena Garibaldi. Quella squadra canarina di quattordici anni fa aveva però la circostanza attenuante di trovarsi al cospetto di una società assente, rispetto a quella assolutamente ben più solida di oggi: Romano Amadei stava cominciando il suo disimpegno, la squadra giocava addirittura con una toppa nera sulla maglia a coprire il logo di uno sponsor che si tirò indietro pochi giorni prima del campionato. Gianni Gibellini divenne direttore generale per qualche mese, poi legò il nome della sua azienda come sponsor nel girone di ritorno. La squadra, ultima e data da tutti spacciata alla fine dell’andata, con una fase discendente di torneo assolutamente straordinaria, con 15 punti conquistati nelle ultime sei partite, conquistò una insperata ma iconica salvezza al Rocco di Trieste.

A proposito, proprio all’ultimo respiro retrocesse clamorosamente il Pisa, quasi una... vendetta trasversale del fato per quella sconfitta immeritata di cui si diceva qualche paragrafo sopra. Quella squadra gialloblù, che Apolloni ereditò a metà stagione dall’esonerato Zoratto, quasi innocente vittima sacrificale di tutta la vicenda, fece l’impresa però anche in virtù di una rosa di grande qualità, che soprattutto aveva nelle sue fila punteros dai piedi caldissimi. Alla fine del campionato 33 reti erano arrivate da soli tre calciatori, ovvero Sasà Bruno con 18, Jonhatan Biabiany con 8 e un giovanissimo Andrea Catellani con 7. Senza dimenticare le 5 marcature di Alex Pinardi, tra le quali quella decisiva del Rocco. Quella squadra di quattordici anni fa partì peggio e si salvò. Quindi il margine di manovra, a 33 giornate dalla fine, c’è tutto. Crediamoci, ma gli attaccanti comincino tutti, come quelli di allora, a gonfiare la rete.