"Modena più fortunato, ma sono stati bravi"

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Patron Amadei, come sta dopo l’eliminazione?

"Insomma. Lo stato d’animo non è dei migliori".

A fine partita infatti è sceso in campo e ha aspettato tutti i giocatori per salutarli. Cosa gli ha detto?

"Li ho ringraziati stringendogli la mano. Non era certo il momento di dire a qualcuno che magari non ha dato tutto, anche perché non lo penso affatto". Che spiegazioni si dà sull’eliminazione?

"Guardi, i playoff sono completamente diversi rispetto al campionato. Ci sono tanti fattori che entrano in gioco. Può aver ragione chi dice che il periodo di stop abbia influito. Ma ci sono anche gli episodi, arbitraggi poco fortunati e pure ieri forse il rigore contro non c’era. A volte gira male, altre bene".

E il Modena ha avuto ragione…

"Sì, ma anche buona sorte. Almeno più di noi… Sono convinto che l’episodio chiave sia stato il gol del loro portiere contro l’Imolese. Se non avessero vinto quella partita... Però con loro voglio solo complimentarmi. Sono stato a Modena quasi dieci anni, abbiamo fatto la Serie A. Ho ristrutturato tante cose, ho buoni ricordi. Poi, non posso, e non voglio nemmeno, piacere a tutti. Ma quelli che mi hanno contestato non li calcolo neanche, ho avuto comunque attestati di stima da tante persone che mi hanno commosso, nonostante sia oggi alla Reggiana".

E ora come si riparte?

"Bisogna stare fermi un po’ e riflettere. Però mi lasci dire una cosa".

Prego.

"Non posso permettermi di essere negativo. Non è una tragedia, non siamo retrocessi in Serie D. L’anno prossimo cercheremo di fare bene, di essere tra le prime sette-dieci posizioni e poi a un certo punto capire se si può far meglio. Io sono un ragioniere e tutte hanno il 5% di possibilità di andare in Serie B".

Però Diana ha detto che la società aveva fissato la promozione come obiettivo e che in questo ha fallito.

"Nei post partita si dicono tante cose a caldo. Magari oggi non direbbe le stesse cose".

E l’allenatore resta?

"Guardi, sono sincero. Io non boccio nessuno: né la società, né la squadra e né l’allenatore".

Ai tifosi cosa dice?

"A fine partita quando sono entrato in campo ho sentito urlare il mio nome assieme ad applausi. Li ringrazio. C’è stato anche chi ha fischiato la squadra, ma non tutti possono pensarla uguale".