
SASSUOLO
0
FERALPI SALÒ
2
Sassuolo (4-2-3-1): Cragno; Tolijan (36’ s.t. Cannavaro), Ferrari, Viti (26’ s.t. Tressoldi), Missori (1’ s.t. Falasca); Boloca, Thorstvedt (26’ s.t. st Obiang); Berardi (16’ s.t. Laurienté), Henrique (1’ s.t. Castillejo), Ceide (41’ s.t. Russo); Mulattieri (16’ s.t. Pinamonti). All. Dionisi (Pegolo, Consigli, Leone).
Feralpisalò (4-3-3): Pizzignacco (1’ s.t. Minelli); Letizia (1’ s.t. Bergonzi), Pilati, Bacchetti (26’ s.t. Pacurar), Martella (1’ st Tonetto); Zennaro (36’ s.t. Verzelletti), Fiordilino (40’ s.t. Inverardi), Di Molfetta (1’ s.t. Balestrero); Felici (36’ s.t. Gjyla), Butic (1’ s.t. La Mantia), Parigini (23’ s.t. Compagnon). All. Vecchi (Volpe, Xhepa). Arbitro: Monaldi di Macerata.
Reti: 37’ st Compagnon (F), 45’ st Gjyla (F) Note: ammonito Boloca (S).
Non è mica da questi particolari che si giudica una squadra, non da un’amichevole insomma, e meno male, anche perché il Sassuolo che ieri si è visto al Ricci contro la Feralpisalò – formazione di Serie B ancora ferma al palo dopo quattro giornate di campionato – una gran figura non l’ha fatta, a prescindere dal risultato, uno 0-2 maturato solo nel finale con due reti spettacolari, capaci di calamitare anche gli applausi del pubblico neroverde. Tanto vale allora partire dalla fine: i neroverdi hanno perso con due gol di scarto e perché Brayan Gjyla, 16enne promessa dei gardesani, in dieci minuti di gioco (era entrato al minuto 36 della ripresa) ha fatto quello che gli altri non hanno fatto in un’ora e mezzo, ovvero un assist per la prodezza dello 0-1 siglata con un tiro a giro da Compagnon, quindi ha raddoppiato a tempo ormai scaduto con una botta di destro da fuori finito all’incrocio. Conclusioni entrambi imparabili. Niente male. Poi è vero che il pallino del gioco l’ha avuto sostanzialmente il Sassuolo ma, gol a parte, le occasioni reali sono state di fatto un paio a testa. Ma, appunto, non è tanto qui la cronaca che conta, quanto rilevare alcuni spunti del lavoro di Dionisi – che ha cambiato in corsa dal 4-2-3-1 iniziale al 4-3-3 retrocedendo da sottopunta a mezzala la pedina Thorstvedt, piuttosto attivo, e tornando al sistema originario nella ripresa con l’inserimento di Castillejo – e alcune indicazioni dalle curiosità più attese.
Castillejo appunto, l’ultimo arrivato, al debutto nella ripresa come sostituto di Henrique. Per lui un quarto d’ora da sottopunta centrale con Berardi e Ceide ai lati e Mulattieri davanti, quindi venticinque minuti sempre da trequartista con il norvegese alla sua destra, Laurienté a sinistra e Pinamonti davanti, infine il finale con Laurienté, Russo e Pinamonti. Bene l’approccio e l’atteggiamento, un po’ meno l’efficacia, ma ci sono compagni da conoscere, intese da costruire prim’ancora che da affinare, una condizione che pare positiva ma è difficile da valutare avendolo visto per un tempo appena nel contesto di una girandola di cambi e sotto un caldo atroce, per essere il 9 di settembre. Calma e gesso.