Ora Bruno è una leggenda di Modena Volley "Sono tornato sognando un’impresa così"

La finale di Roeselare giocata da grandissimo nonostante l’infortunio alla caviglia iscrive il brasiliano tra i migliori della storia della squadra .

Ora Bruno è una leggenda di Modena Volley  "Sono tornato sognando un’impresa così"

Ora Bruno è una leggenda di Modena Volley "Sono tornato sognando un’impresa così"

di Alessandro Trebbi

Difficile trovare ancora le parole, per un campione della sua razza, uno che ha vinto tutto nelle condizioni più diverse, col club, con la Nazionale: da strafavorito, contro pronostico, da acciaccato, dopo stagioni di gloria o mesi di grandi difficoltà. Eppure mercoledì sera in Belgio Bruno Rezende ha aggiunto un altro mattone inedito alla sua monumentale carriera, quello di vincere la Coppa Cev (la prima per lui e per tutti i giocatori di Modena), di vincerla rimontando uno 0-3 all’andata e quindi aggiudicandosi quattro set in una singola partita, e di vincerla giocando su una caviglia infortunatasi soltanto tre giorni prima. "Un giocatore normale ha bisogno di almeno due settimane di recupero, lui in tre giorni è già qui che salta e corre". Queste erano le parole dello staff medico e fisioterapico della Valsa Group alla vigilia di una finale di gloria, nella quale l’asso brasiliano è stato per distacco il migliore in campo senza mai lamentarsi del dolore, anche se alla fine il premio individuale è andato a chi ha messo insieme il bottino di punti più consistente, Adis Lagumdzija. Un match dominato tatticamente e tecnicamente da Bruno, che ha fatto ciò che solo pochi eletti sanno fare: ha chinato la testa dopo la brutta prestazione nel match di andata, ha studiato, vivisezionato, capito cosa era successo e ha agito di conseguenza, modificando gioco, schemi tattici e velocità del palleggio a seconda delle esigenze della squadra, facendo attaccare i suoi quasi costantemente sopra al 60% di positività, iniziando il match coi centrali per piantare gli avversari in zona tre e poi aprire il gioco, su Lagumdzija soprattutto ma anche Rinaldi e Ngapeth, quasi mai costretti a schiacciare contro un muro composto. Ha guidato da leader calmo i suoi compagni in un’avventura che poteva presentare abissi a ogni curva, e si è preso quel trofeo che voleva, con tutta la grinta e la classe di cui è capace.

Bruno, una coppa che ripaga dei sacrifici di questi due anni intensi e difficili?

"Sono veramente emozionato. Quando ho deciso di tornare a Modena avevo il sogno di cercare di vincere ancora un trofeo con questi colori, indossando questa maglia. Sapevamo che non sarebbe stato facile, la scorsa stagione ne è stata la dimostrazione e anche quest’anno all’inizio abbiamo faticato. Alla fine però, eccoci qua".

Un alloro europeo che in tutti i suoi anni a Modena non ha mai vinto...

"Sì, ci mancava l’Europa. Va bene, la Coppa Cev non è la Champions League, però è comunque un qualcosa di pazzesco, ottenuto attraverso un torneo di grande qualità, nel quale abbiamo affrontato periodi difficili e partite esaltanti. È come se fosse la prima volta. In più è un premio anche per chi il prossimo anno non sarà più con noi".

Cosa può dirci sulla squadra, sull’ambiente che ha intorno e che ha costruito questo piccolo miracolo?

"Sono molto fiero di questa squadra, del nostro staff tecnico, e anche dei nostri tifosi che dopo tanti anni senza trofei meritavano questa gioia per averci seguito e supportato sempre, anche in Belgio erano più di cento a urlare per noi. Oggi dobbiamo goderci questo momento perché è un’impresa veramente bella, dobbiamo assaporarcela tutta".

Un’impresa, ha usato il termine giusto, quello che vi ha suggerito anche la presidente Gabana?

"Una cosa che ovviamente non mi è mai successa nella carriera, un’impresa davvero enorme soprattutto dopo tre partite di fila perse 3-0 col Knack e con Piacenza, partite brutte a dirla tutta. Invece abbiamo avuto la forza per venire a Roeselare con lo spirito giusto e la convinzione di poterla ribaltare. Posso dire una parola che in generale non si dice nelle interviste?".

Perbacco, dica.

"Siamo stati veramente cazzuti. Ce la meritiamo".