Orgoglio e 4-3-3: Milan, notte per rinascere

Pioli vuole mettersi alle spalle un mese da incubo e riscattare la sconfitta in Supercoppa. Molto dipenderà da Giroud e Leao

di Ilaria Checchi

Esattamente 365 giorni dopo il derby della Madonnina è pronto a illuminare un San Siro andato totalmente sold out in un battito di ciglia: dal 5 febbraio 2022 al big match di stasera le cose sono cambiate e, in casa rossonera, più che pensare alla corsa scudetto si punta a ottenere tre punti mai così vitali per uscire da un tunnel nero senza fine. Per farlo, parola di Stefano Pioli, era fondamentale allenarsi bene sotto tutti i punti di vista perché la sfida di oggi passa dalla preparazione fisica ma, soprattutto, dalla condizione mentale: l’ennesimo confronto stagionale con l’Inter si è trasformato (dopo un gennaio da incubo e la debàcle casalinga contro il Sassuolo) in un crocevia decisivo per la stagione rossonera, appigliata ora a un posto assicurato alla prossima Champions.

La testa c’è, la carica pure, e il ritiro a Milanello da ieri pomeriggio è servito proprio per compattare ancora di più gli animi di una squadra che sembra essersi smarrita, anche se il tecnico la pensa diversamente: "Non abbiamo perso lo spirito, quello che è successo negli ultimi tre anni non è stato un ‘incidente’, né una casualità: le critiche ci stanno, solo i mediocri non ammettono gli errori".

Ed è proprio sulle mancanze del Diavolo che ci si è concentrati e il cambio modulo dal 4-2-3-1 al 4-3-3 è più che atteso: Messias, Vranckx e Pobega si contendono l’ultimo posto da titolare nel centrocampo a tre, con l’ex Torino in leggero vantaggio sui compagni. Uno di loro sostituirà l’infortunato Bennacer, mentre largo a destra dovrebbe partire Saelemaekers. Accanto a Tonali invece, è pronto Krunic, con il resto dell’undici confermato dovendo fare i conti con le assenze di Tomori (il Diavolo spera di riaverlo per l’andata con gli Spurs) e dei soliti Florenzi, Maignan e Ibrahimovic, rimasto fuori anche dalla lista Champions.

A decidere, a un anno esatto di distanza, le sorti della stracittadina potrebbe essere l’attaccante francese (il 5 febbraio mandò ko i nerazzurri con una doppietta registrando il famoso "si è girato Giroud") sostenuto da un Leao che, invece, ha firmato il derby d’andata di inizio settembre con due gol e un assist. Il vicecampione del mondo, capace di rompere la maledizione della "maglia numero 9", per le sue caratteristiche e per la sua esperienza dovrà essere determinante, aggiudicandosi il duello a distanza con l’argentino Lautaro, per una rivincita "mondiale" sicuramente sentita dal centravanti d’Oltralpe, dando poi una risposta sul campo agli sfottò ricevuti dai cugini nerazzurri dopo la finale di Supercoppa a Riad in cui la truppa di Inzaghi ha dominato: "C’è una regola nello sport: chi vince festeggia, chi perde spiega, ma io preferirei star zitto, e subisce. Quindi cerchiamo di cambiare l’ordine delle cose che sono successe ultimamente" il monito di Pioli.