Pioli applaude il Modena: "Lo spirito giusto"

L’allenatore campione d’Italia col MIlan premiato dal Gergs-Ussi parla del derby vinto col Parma: "Ho visto grande abnegazione"

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di Alessandro Troncone

Le due stagioni modenesi le porta sempre con sé e pazienza se non si sono concluse con il colpo grosso della promozione in serie A, Modena lo ha formato e da Modena è andato via con un bagaglio già molto pieno. Ed è tornato a vederla la squadra canarina proprio sabato scorso al Tardini, Stefano Pioli, premiato dal Gergs-Ussi (Gruppo emiliano-romagnolo giornalisti sportivi) non solo per l’impresa rossonera ma perchè emiliano di successo nel mondo del calcio. Modena, Parma, Sassuolo e Bologna da allenatore, ancora Parma e Fiorenzuola da giocatore, e lo scudetto milanista vinto a Reggio Emilia. C’è sempre l’Emilia nel suo destino. Il primo parere è proprio sul Modena di Tesser: "Ho molta stima per lui, grande persone e bravissimo tecnico – ha raccontato Pioli – così come mi piace Tremolada e Falcinelli ha fatto molto bene. Era un derby importante per entrambe, il Modena lo ha vinto giocando con grande abnegazione, spirito e volontà. Spero e mi auguro possa fare sempre meglio da qui in avanti".

Inevitabile, poi, riavvolgere il nastro. Dal ricordo dei due anni canarini, a quel famoso gol di Reginaldo col Treviso che tolse al Modena la A per un solo punto nel 2005: "Un ricordo sicuramente positivo. Fu un’esperienza molto formativa per la mia carriera – ha continuato l’allenatore del Milan – ma al tempo stesso complicata perché arrivavamo da una retrocessione ed una penalizzazione. Alla fine, però, è terminata con un piccolo rimpianto. Con un pizzico di fortuna in più avremmo potuto ottenere qualcosa di importante. Ricordo un bel gruppo di giocatori con i quali ancora oggi sono in contatto, e il pubblico di Modena, seppur esigente, ha dimostrato sempre una enorme passione. La A sfumata? Io dico che la tappa di Modena, così come quella di Parma, sono state sì complicate ma mi hanno permesso di crescere e di fare un passo avanti in carriera. Mi sono formato".

L’anno successivo ancora un bel campionato, intervallato da un brevissimo esonero: "Se non ci fossero state quelle tre giornate di pausa sarebbe stato meglio – ha sorriso, ricordando, Pioli – personalmente, però, ritengo che in carriera mi siano serviti di più gli esoneri. Perchè mi hanno aiutato a guardarmi dentro, quando si è sempre a lavoro non si ha questa occasione e non riesci a vivere le emozioni quotidiane. Amadei? Ho un grandissimo ricordo, per la sua disponibilità e correttezza. E per Tosi uguale, venne a cercarmi a Salerno. Rapporto buonissimo nonostante poi le strade ti portino ad andare altrove".