Rivetti applaude il mare gialloblù In tribuna il doppio ex Pioli

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Quante note di colore, a Parma. Partiamo, anzitutto, dalla cornice di pubblico. Come fosse Serie A, e ci sta tutto il paragone considerata la pausa per il Mondiale del massimo campionato italiano. Quasi 13.000 spettatori, di cui 1.768 provenienti da Modena per un derby sentito ma che non è andato oltre un paio di sfottò da una curva all’altra prima e durante la partita. Tanti dei tifosi canarini hanno raggiunto Parma in treno. Una sorta di una salto nel tempo, di ritorno al passato quando il calcio di un tempo regalava viaggi e trasferte che univano e cementificavano le tifoserie. Serie A, si diceva. Infortunato, Gianluigi Buffon non ha potuto essere in campo ma ha spinto i suoi compagni dalla tribuna.

C’era anche Stefano Pioli ad assistere al derby emiliano, lui parmense ex calciatore ed allenatore del Parma e poi del Modena. Seduto in tribuna, avrà certamente ricordato di quando faceva parte della rosa del Parma della stagione 198283, stagione in cui il Modena vinceva al ’Tardini’ segnando l’ultimo successo della storia prima di quello firmato da Falcinelli e Bonfanti. Successo che anche il sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli ha esaltato attraverso il proprio profilo Facebook la prestazione degli uomini di Tesser sottolineando l’importanza del risultato maturato in un derby emiliano.

La chiusura è tutta dedicata al presidente canarino, Carlo Rivetti. Sembrava (per impegni lavorativi) non riuscesse ad esserci al Tardini, ma alla fine ce l’ha fatta. E bene è andata, ovviamente. Le telecamente lo hanno spesso inquadrato seduto da solo in tribuna, preso dalla tensione del momento. Tensione che ha lasciato andare completamente dopo il triplice fischio, quando è sceso in campo a ricevere gli applausi della marea gialloblù giunta da Modena. Anche in quel caso, da solo. Dopo l’omaggio alla squadra, ha applaudito festoso verso il settore ospiti, applausi ricambiati dai cori a lui dedicati. La conclusione perfetta di un pomeriggio perfetto il mondo gialloblù, non c’è che dire.

Alessandro Troncone