Rogério, il bambino è diventato un campione "Il mio primo provino? Due giorni di pullman"

Il terzino brasiliano e il sogno d’infanzia a forma di pallone: "Sono uscito di casa a undici anni per inseguirlo, oggi so di averlo realizzato"

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di Francesco Vecchi

SASSUOLO

Qualcosa come 9.500 chilometri di distanza. Così lontano ha calciato il pallone Rogério (Oliveira da Silva), mentre a undici anni nel Mato Grosso salutava i genitori e usciva di casa per emulare quella generazione di terzini della nazionale verdeoro, come un certo Roberto Carlos, che ancora oggi ’omaggia’ indossando la 6 in neroverde. Gli stessi chilometri che separano una samba carioca da un liscio (musicalmente inteso, ovvio) nella val padana, dove Rogerio quel pallone continua a colpirlo, tredici anni dopo, sul manto del ’Mapei’, vedi alla voce ’Serie A’.

Nobres-Sassuolo. Rogério, che storia c’è dietro a quei 9.500 chilometri?

"A Nobres sono nato, poi con la famiglia ci siamo spostati a Diamantino, sempre in Brasile. A dieci anni ho cominciato la scuola calcio, sono venuti gli osservatori dell’Internacional. A undici anni sono andato a Porto Alegre per un provino. Due giorni di pullman, con altri ragazzi e il tecnico della scuola".

E come andò?

"Tutti bocciati, ma io avevo una persona che mi aiutava finanziariamente e sono rimasto a Porto Alegre, in una pensione per ragazzi, studiavo e giocavo. Dopo tre anni non potevo più restare per motivi economici. Dunque a quattordici anni, quando stavo per mollare e tornare a casa, un tecnico è andato a parlare alle giovanili dell’Internacional. Ho fatto una settimana di test e mi hanno accettato. Lì è iniziata la mia carriera. Tre anni di attesa per un altro provino...".

Sei uscito di casa molto presto. A posteriori, quali sono state le difficoltà maggiori?

"Sicuramente essere stato lontano dai parenti, ho perso alcuni familiari in questo percorso, mentre ero lontano. Ma oggi vedo anche la comodità che do a tanti di loro. Questo sicuramente mi fa capire che ne è valsa la pena: dare la possibilità di studiare a mio fratello, avere un lavoro proprio e aiutarli. Ne è valsa la pena di fare questo tragitto. Era il mio sogno, l’ho cercato e rovato".

Sei finito subito nel mirino delle big e poi alla Juve. Potevi essere l’erede di Alex Sandro. Rimpianti?

"Nessuno. I percorsi vanno fatti, magari per loro non ero pronto e sono felice di essere in una società importante come il Sassuolo. Ci sono poche realtà come questa. Magari non tutti la valorizzano, però qui c’è davvero tanto. Un centro sportivo e stadio di proprietà, una società ben messa finanziariamente".

Qual è la vita di Rogerio a Sassuolo al di là del calcio?

"Tre anni fa proprio qui a Sassuolo, dove viviamo, ho sposato la mia compagna conosciuta in Brasile. Per il resto in questo periodo sono molto impegnato. Mi alleno tanto, quest’anno voglio fare la mia migliore stagione".

Beh, statistiche alla mano sei il giocatore più schierato finora dal Sassuolo e hai gà fornito due assist in campionato, oltre a uno in Coppa Italia... ti sei comprato al Fantacalcio?

"No (ride, ndr). Non ci gioco"

Quando parlate tra voi giocatori, dove pensate possa arrivare il Sassuolo?

"In alto. Quando al completo, questa è veramente una bella squadra. Se siamo tutti lì con la testa, e penso che quest’anno ci siamo essendo cresciuti soprattutto a livello difensivo e mentale, possiamo fare bene".

Quale degli allenatori recenti neroverdi ti ha portato alla maturità, alla svolta?

"Iachini a livello difensivo mi ha insegnato molto... ero un disastro. Quello che so l’ho imparato da lui, lavorava sulla marcatura, su tutto. De Zerbi mi ha aiutato nella parte offensiva e nella costruzione del gioco. Dionisi invece mi chiede entrambi gli aspetti, difensivo ed offensivo. Sono cresciuto mentalmente con Dionisi".

Perché la numero 6?

"Perché guardavo sempre la nazionale, il mio sogno, e i terzini avevano sempre la 6".

Chi è che ti ha fatto correre di più in Serie A?

"Douglas Costa".

Sabato l’Atalanta del tuo ex compagno Boga…

"Sì, ma anche Lookman e Muriel. Sfida difficile, ma siamo pronti"