Sassuolo, dieci anni di A

Il 18 maggio del 2013 la partita diventata epica contro il Livorno e l’inizio di un’era

SASSUOLO

‘Missiroli, missiroli, missiiiiirooooliiiiii’. Alzi la mano chi non se lo ricorda, quel 18 maggio del 2013. Sono passati 10 anni, ma alla Sassuolo neroverde sembra l’altro ieri, e pazienza se la memoria che ‘falsa’ il tempo che passa toglie qualcosa al ‘miracolo’. Che mica è stato prendersi la serie A, in coda ad una stagione prima dominata e poi patita, e risolta solo al fotofinish con gli epici 96’ contro il Livorno al Braglia. Ma è quello, ammettiamolo, di essere ancora in A, sicuro di restarci anche nel 202324. Anche qui, alzi la mano chi se lo aspettava: in pochi, pochissimi, nemmeno chi, come il Presidente Carlo Rossi, la ‘cavalcata’ del Sassuolo ‘made in Mapei’ l’ha seguita, da protagonista, fin da quando il Sassuolo era in C2. "Me la ricordo eccome, quella giornata, impossibile da dimenticare, anche perché se ci penso e mi guardo indietro mi dico che mai mi sarei aspettato di rimanere nella massima serie per tutto questo tempo", dice Rossi, il cui ricordo si vena però di malinconia pensando a Giorgio Squinzi. C’era anche lui, quel 18 maggio 2013, e compiva 70 anni: il ‘suo’ Sassuolo, preso quando beccheggiava alla periferia del calcio di terza serie, quella sera di dieci anni fa gli fece un regalo importante, "ed è proprio il ricordo del dottore, e il pensare – aggiunge Rossi – che oggi non c’è più e continua a mancarci, che un po’ di tristezza, ad un ricordo bellissimo, la aggiunge". Suonò, quella sera, il ‘campanone’ di piazza Garibaldi – muto dal giorno della Liberazione – e Sassuolo si scoprì la città più piccola a raggiungere la massima serie calcistica del dopoguerra. Dieci anni dopo la ‘favola’, che favola non è, è ancora lì: magari qualche calice, oggi, si alzerà al Mapei Football Center, a celebrare la ricorrenza, ma con giudizio. Perché per il Sassuolo, che domani affronta il Monza al Mapei, è già vigilia.

s.f.