Sassuolo, quando il papà di Dionisi marcò Maradona in amichevole

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di Lorenzo Longhi

La coincidenza l’hanno notata in tanti: la sconfitta dell’Argentina nella prima partita del suo Mondiale contro l’Arabia Saudita, è stata anche la prima dell’albiceleste dopo la morte di Diego Armando Maradona, avvenuta il 25 novembre del 2020, due anni fa. Cosa c’entra Maradona con queste pagine? C’entra sempre, el Diez, quando si parla di calcio, e in questo caso c’entra anche con il Sassuolo e il suo allenatore. Che no, non lo hanno mai affrontato, ma l’educazione sentimentale di Alessio Dionisi con il pallone, per esempio, ha a che fare anche con uno dei maggiori fuoriclasse della storia.

Anno 1984, è il 2 agosto, Dionisi (junior, poi capiremo perché) ha quattro anni e spiccioli, e chissà se ricorda quel giorno, e cosa ricorda. Sta di fatto che in campo a Castel del Piano, nel Grossetano, c’è suo papà Luca che gioca nel Neania, squadra dilettantistica locale che indossa una maglia molto simile a quella della Roma ed è chiamata a un’amichevole estiva contro una squadra che è in ritiro da quelle parti. Quella squadra è il Napoli e si sta parlando della prima partita di Maradona in Italia: a Luca Dionisi, terzino di 25 anni, tocca marcarlo. Il primo della storia, qui, è lui, il papà dell’allenatore del Sassuolo: "Presi un pennarello e mi feci autografare il braccio. Non me lo lavai per due settimane", raccontò divertito suo padre in passato in un’intervista al Mattino, e del resto allora non avrebbe mai potuto immaginare che il figlio sarebbe diventato un allenatore di Serie A, uno che al Maradona, inteso come stadio, ci ha portato sia l’Empoli che il Sassuolo, senza mai portare a casa punti. Non è accaduto nemmeno nella stagione in corso, un mese fa, ma in fondo proprio il rovescio dell’Argentina contro l’Arabia Saudita serve – anche al Sassuolo – per capire che quasi nulla è impossibile. Anche che un giocatore di Prima Categoria, qual era il padre di Dionisi, possa finire a marcare un mito del calcio, e poco importa che poi Diego ne fece 4 (e la partita finì 13-1, un classico delle sgroppate montane estive).

Papà Dionisi Maradona l’avrà anche marcato, ma i tifosi del Modena possono dire di averlo visto al Braglia nei suoi anni migliori. 28 settembre 1988, contro i gialli di Ferrario in Coppa Italia viene sorteggiato proprio il Napoli, come un anno prima al San Paolo. "Ho visto Maradona" è più di un coro, è ciò che ricordano i tifosi e che può dire pure l’ormai dimenticato ex gialloblù Ferdinando Fornasier, colui che marca Diego quella sera e che, a un certo punto del secondo tempo, in area si rigira stranito su sé stesso, perso. Siamo sullo 0-2, lui non vede più la palla. Dov’è? Sui riccioli di Maradona, che segue un pallone che ricade indietro dall’alto, lo stoppa portandolo per otto metri letteralmente sulla testa, lo abbassa – è a quel punto che Fornasier gli molla un inutile calcio nel sedere, più scoordinato che cattivo – e tenta un lob di sinistro che solo l’altezza di Meani disinnesca. Applausi. Comunque è 4-0 Napoli: doppietta del Pibe, punizione e rigore, poi reti di Careca e Carannante. Due anni senza Diego, sì, ma la memoria degli amanti del calcio resta: un ricordo c’è sempre, un aneddoto ce l’hanno tutti.