"Se non riparte l’economia a rischio molte società"

Dorindo Sanguanini, vice presidente del Crer, tra presente e futuro del calcio dilettantistico: "Difficile ricominciare prima di maggio"

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Per la terza domenica di fila l’unica cosa che luccica nel mondo del calcio dilettantistico regionale sono i lucchetti che chiudono a chiave tutti gli impianti, da Piacenza a Rimini. Uno stop globale per il Coronavirus di tutti i campionati che rischia di protrarsi ancora a lungo, forse anche fino a fine stagione e che mette in pericolo anche il futuro stesso del calcio dilettantistico, perché la crisi economica potrebbe costringere tante aziende che finanziano le società a chiudere i rubinetti. "Ad oggi è impossibile fare previsioni e dire se si ripartirà, come e quando o se invece non sarà possibile" spiega Dorindo Sanguanini, vice presidente vicario modenese del Crer che guarda oltre la stagione. "Senza economia non c’è sport - spiega - e se l’Italia non ripartirà le tante aziende che sostengono il calcio dilettantistico dovranno chiudere i rubinetti, mettendo a rischio già per la prossima stagione la sopravvivenza di tante società".

Sanguanini poi parla degli scenari. "Per ora l’unica certezza è il Decreto che ferma tutto lo sport italiano fino al 3 aprile - spiega Sanguanini - ma, opinione personale non da dirigente, temo non sarà una data risolutiva. Noi avevamo sospeso anche prima, perché nel Decreto precedente si prevedeva la possibilità di giocare o allenarsi a porte chiuse, ma alla presenza di un medico che certificasse ogni volta, ogni allenamento o gara, per ogni tesserato, la buona salute. Per i dilettanti, come immaginate, è impossibile avere un medico a disposizione ogni sera. Intanto è stato rinviato il Torneo delle Regioni per il calcio a 5 e presto arriverà il rinvio anche per quello di calcio a 11 che si sarebbe dovuto giocare dal 24 aprile al 1 maggio a Bolzano, poi è stata annullata la fase nazionale della Juniores. Sul resto è ancora presto per esprimersi".

In ogni caso si potrà, nel caso in cui fosse permessa la ripartenza, prolungare i campionati fino al 30 giugno, come già emerso dalla Figc per la Serie A. "Teoricamente provando a giocare anche solo da maggio con 2 mesi di tempo si potrebbe pensare anche di finire la stagione entro il 30 giugno, chiedendo sacrifici alle società e giocando spesso anche di sera. Dalla Promozione in giù non avremmo problemi, in Eccellenza invece diventerebbe impossibile fare gli spareggi nazionali fra le seconde. Ma sono discorsi inutili, perché qui c’è in ballo la salute di tutti e solo il Governo può dire quando ci sono le condizioni per giocare".

Esiste anche l’ipotesi di non poter più riprendere. "E’ uno degli scenari - conclude il vice presidente - e in quel caso sarebbe la Figc a dettare le regole su come muoversi: qualunque cosa venga deciso mi auguro che si prenda una decisione univoca per tutti i Comitati regionali".

Davide Setti