Si torna a fare sul serio dopo una C da record

I gialli e la cadetteria sei anni dopo: il progetto che in un triennio (ma forse anche prima) punta a raggiungere una posizione di vertice

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di Alessandro

Troncone

Che bella storia. Lo è stata, lo sarà ancora. Perchè certi racconti, spesso, hanno un solo finale possibile e il più delle volte lieto. Quel che il Modena è riuscito a compiere in questo anno solare non lo avrebbe immaginato, né pensato, nemmeno il migliore dei registi, il migliore degli sceneggiatori di questo mondo. Perlomeno, avrebbe dovuto impegnarsi non poco. D’altronde, è il leitmotiv della vita, lavorativa e non, della famiglia Rivetti.

Abituati a sorprendere, abituati a realizzare quei sogni che qualcuno lascia nella polvere di un cassetto, dimenticati e col tempo irrealizzabili. E qui riprendiamo un tema molto caro a Carlo Rivetti. Il Modena era, ed è, un sogno per lui. Avrebbe potuto entrare nel mondo del calcio in qualsiasi altro ambiente, siamo certi non ci fossero problemi di offerte o di opportunità. Ma realizzare un sogno è un concetto che va ben oltre l’ordinario, tocca lo straordinario. Segnatevi bene questo ultimo termine, perchè è quello che meglio descriverà il percorso di una squadra che ha saputo riportare gioia sportiva e sorriso contagioso e che ora proveremo a raccontare. Iniziamo dalla fine. A sei anni da quello, sciagurato, ultimo tango in serie B, il Modena ha riabbracciato il campionato nel quale ha collezionato più presenze nella sua storia. E già questo renderebbe l’idea del successo ottenuto, è una sorta di ritorno a casa dopo i troppi anni di purgatorio per svariati motivi, il più drammatico è noto a tutti i tifosi modenesi e fortunatamente appare solo un lontanissimo ricordo. E per ottenere qualcosa di indimenticabile, Carlo Rivetti ha dovuto dapprima capire con attenzione quali fossero i meccanismi di un universo a lui sconosciuto. La rivoluzione alla rosa che Davide Vaira ha compiuto consegnando ad Attilio Tesser qualcosa come venti giocatori nuovi, necessitava di tempo. Esattamente nove giornate di campionato, prima delle quali sembrava già tutto compromesso. Un sogno compreso. Il Modena fatica ad ingranare, registra in classifica appena 12 punti, oggettivamente pochini per le potenzialità che una formazione composta da giocatori non banali aveva sulla carta. Il duello con la Reggiana non era mai stato un duello, i cugini granata scappano e in quel momento, 9 ottobre 2021 (giorno della amara sconfitta di Pontedera con il Montevarchi) sono addirittura otto punti avanti.

Una settimana più tardi, il 16 ottobre, segna l’inizio della cavalcata. Seppur ancora avvolta da dubbi e incertezze, la formazione di Tesser supera la Viterbese ed è chiamata alla doppia trasferta Pescara-Olbia anche quella superata col massimo dei voti. Chi l’avrebbe mai detto che quelle furono solo le prime di 14 vittorie consecutive, record di ogni record in serie C. Tesser si è concesso anche il lusso di superare quello di De Biasi, scritto nell’anno della promozione dalla C alla B della ’Longobarda’ e che fu di 8 vittorie. Solo la Reggiana, nel derby di ritorno, fermò quella che sembrava una corsa inarrestabile ed è effettivamente lo è stata. Sempre e solo la Reggiana, il duello punto a punto, le schermaglie a distanza, hanno reso tutto a dir poco affascinante e hanno dato valore al campionato di due corazzate deciso solo all’ultima giornata, 88 punti a 86. Quale potrà essere il ruolo del nuovo Modena nella serie B che verrà non è semplice da dire. Spesso si dice che stabilizzarsi sia sempre la cosa migliore da fare, ed è saggio chi lo ricorda. Guai a pensare che ora sia tutto dovuto, che ora sia tutto semplice. Significherebbe commettere l’errore capitale, capace anche di condannarti perchè d’ora in avanti il livello aumenterà e chi resta dietro, chissà se avrà le forze di rincorrere chi sta davanti. È saggio chi dice che va salvata anzitutto la pelle, poi si potrà pensare a qualcosa in più.

Nei sogni del Modena non compare la voce ’doppio salto’, compare la voce ’progetto triennale’. E sia così, i sogni vanno coltivati e non forzati. Quel che è stato fatto in un solo anno solare, dovrà essere motore per quel che verrà. Perchè ancora tanto verrà.