«Spero che il mio esonero aiuti la squadra a vincere i playoff»

IL GIORNO dopo l’esonero Alberto Bollini è passato a salutare i giocatori, si è intrattenuto in sede con la dirigenza gialloblù. Poi ha deciso di concedersi alla stampa proprio dietro la curva Montagnani. Un incontro cordiale e senza polemiche di nessun tipo.

La ferita è aperta e fa male: «Francamente questo esonero non me l’aspettavo – le parole di Bollini -, nel calcio purtroppo occorre saper accettare anche i verdetti amari come questo. La squadra ha fatto una rimonta incredibile inseguendo la Pergolettese, in 16 partite sono stati raccolti 35 punti. Una media da promozione diretta, peccato per l’epilogo dello spareggio perso e vinto dai nostri avversari».

Il rapporto con tutti è sempre stato buono, lo conferma l’ormai ex timoniere gialloblù: «L’esonero dispiace proprio perché le cose andavano bene con Romano Sghedoni che mi ha accolto come un figlio, altrettanto il presidente Carmelo Salerno. Ho avuto un buon rapporto anche con Romano Amadei, Paolo Galassini e Gian Lauro Morselli. Il rammarico per questa decisione c’è, la squadra mi ha sempre seguito ed è cresciuta tatticamente e a livello umano».

BOLLINI parla senza togliersi alcun tipo di sassolino dalle scarpe.

«Il mio non è uno sfogo e nemmeno un attacco a qualcuno. Nell’era dei social è facile interpretare male. Spero che il mio esonero serva al Modena per vincere i play off e possa servire per il ripescaggio in serie C. Lo dico da tifoso del Modena, sono gialloblù da sempre e per sempre, perchè questa squadra non è una squadra qualunque per me. In bocca al lupo per la partita con il Fiorenzuola in cui basta anche solo il pareggio».

Dopo lo spareggio perso a Novara ci sono state molte critiche all’indirizzo di Bollini stesso. Alcune scelte non sono state digerite allo stadio e nemmeno dopo il triplice fischio finale che ha consegnato la serie C alla Pergolettese: «E’ importantissimo conoscere alcune dinamiche che mi hanno portato a fare certe valutazioni. Non è stato preso bene il cambio di Duca, oltre ad aver subito una contrattura, l’ho dovuto togliere perché rischiava di essere espulso, questo ci aveva comunicato il quarto uomo. Non ho messo dentro Sansovini perché avevo Gozzi in pessime condizioni. Voglio spendere anche due parole sulla gestione di Loviso, purtroppo a causa di alcuni problemi fisici non ha i novanta minuti nelle gambe».

a.m.