Stankovic emerge nel grigiore Lavia si salva nel quarto set

Tante le murate subite da Petric. Karlitzek fatica con palla scontata.. Poco lucido Christenson

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CHRISTENSON 5,5: Sbaglia più di una scelta, anche se a sua discolpa ha che non può appoggiarsi, in tutto l’arco del match, su una bocca da fuoco affidabile. Costretto a stringere la rete quando Karlitzek è in seconda linea, non trova misura né risposte.

KARLITZEK 5,5: Una serata strana per il tedesco. In attacco fatica tantissimo con palla scontata, ma si riprende con alcuni tocchi di qualità. Nascono quasi esclusivamente alle sue battute gli strappi in fase break della Leo Shoes, nonché da alcune ottime cose in difesa, ma Andrea Giani paga tanto anche la sua ‘stazza’ a muro.

PETRIC 5: Alcune fiammate di classe, nel terzo set soprattutto, ma anche tante murate subite (cinque al termine del match) e grandi difficoltà a mettere palla a terra in rigiocata. Tra i pochi a incidere a muro.

LAVIA 6: Salva un’insufficienza sicura con un quarto set nel quale gioca quasi da solo lato campo di Modena. In ricezione fatica quando lo spostamento o il tuffo sono in avanti, in attacco paga la mancanza di potenza in alcune circostanze nelle quali dovrebbe solo tirare fortissimo sulle mani alte del muro.

STANKOVIC 6,5: La solita solidissima prestazione in attacco ha come contraltare una non altrettanto convincente prova a muro. Ci mette però tre ace, quelli del secondo set fanno sognare i 1200 del PalaPanini.

MAZZONE 5,5: In attacco non sfonda, a muro non incide. Giani lo toglie nel secondo set per far posto a Bossi.

GREBENNIKOV 5,5: I numeri della ricezione sono dalla sua parte, regge l’urto con un grande 80%. Dietro però fatica più del solito, è impreciso in alcuni piazzamenti e in alcune chiamate (un ‘no muro’ su Sedlacek nel primo set ad esempio). Per qualsiasi altro libero sarebbe una prova da sufficienza piena, ma Jenia è Jenia e può fare di più.

BOSSI 5,5: Non riesce a dare il suo contributo.

GIANI 5,5: Che è il voto complessivo alla squadra. Nell’atteggiamento complessivo c’è stato un piccolo ma preoccupante passo indietro rispetto a sette giorni prima.

Alessandro Trebbi