Tre pari di fila e difesa solida Il Sassuolo si scopre formica

Due 0 a 0 uno dopo l’altro rappresentano un’eccezione per i neroverdi, storicamente costruiti per ’aggredire’. Concessi fin qui solo 9 tiri in porta

Migration

di Stefano Fogliani

Chissà se la metamorfosi si è completata con il secondo zero a zero consecutivo – roba che non si vedeva dall’inverno del 2014, una sorta di unicum statistico – o se è ancora in corso. In coda al pari di Cremona, e ad un ruolino di marcia inedito – tre pari di fila, anche quelli il Sassuolo non li infilava da tre stagioni – non si può non sottolineare come il cammino dei neroverdi, quest’anno, abbia una sua specificità. Figlia, magari, di defezioni che ne hanno depotenziato l’attacco – oltre alle cessioni, al palo ci sono Berardi, Defrel e Traore, ovvero 28 gol – o di un’applicazione difensiva sulla quale Dionisi ha lavorato parecchio e continua a lavorare. O, più probabilmente, della presa d’atto di una nuova dimensione che porta i neroverdi non necessariamente ad accontentarsi, quanto piuttosto a ragionare sul fatto che muovere la classifica, vista la contingenza e visto un calendario che chiede di mettersi al riparo per tempo, visti i due mesi di pausa che interrompono il campionato da novembre a gennaio, potrebbe non essere una cattiva idea.

Quindi, considerate le ‘magre’ a livello di organico (ai già citati Berardi, Traore e Defrel si aggiungono Muldur, il cui stop sguarnisce la destra della difesa) giusto prendere quel che la stagione ti lascia, fosse anche un pareggio. E fosse anche uno zero a zero, risultato che al Sassuolo – l’anno scorso solo uno – non appartiene. Che ‘muove’ la classifica e cementa, perché no, l’autostima, suggerendo peraltro solidità difensiva – il Sassuolo ha concesso agli avversari 9 tiri in porta, fin qua, nessuno ha fatto meglio – che per la squadra di Dionisi è una novità. Costruito per segnare un gol più dell’avversario, piuttosto che per gestire le gare senza aggredirle, il ‘nuovo’ Sassuolo sta disegnando se stesso su un’inedita continuità.

Ha perso contro la Juventus – e ci stava, ammettiamolo – ma poi più: una vittoria contro il Lecce, poi pari contro Milan, Spezia e Cremonese per un poker ‘utile’ che la squadra di Dionisi non centrava dallo scorso marzo e che suggerisce una nuova dimensione. Meno godibile dal punto di vista estetico, ma comunque in grado, almeno fin qua, di ‘far passare la nottata’ ad un undici che, per come va in campo oggi, è lontanissimo da quello disegnato sui ‘campetti’ di agosto. E oggi viaggia a 1,2 punti medi a gara: nulla che faccia sognare, insomma, ma abbastanza per garantirsi l’approdo minimo in attesa che i big rientrino.

Si chiama realismo, e tiene lontano i guai. Perché la media non sarà granchè, ma garantisce navigazione sicura verso il porto della tredicesima giornata che, a novembre, decreterà lo stop al campionato. Raggiungerlo in sicurezza potrebbe essere obiettivo di cui essere soddisfatti: per accelerare ci sarà tempo, ma oggi l’importante è guardarsi le spalle e muovere la classifica con prestazioni e risultati forse non in linea con le aspettative più rosee, ma comunque sufficienti a lasciare agli altri problemi di classifica con i quali il Sassuolo non è più abituato, da tempo, a fare i conti.