Una rosa internazionale

Si allontana l’Italsassuolo e si prosegue sulla strada aperta da mister De Zerbi

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Altri tre stranieri arruolati, ad oggi, in quello che era, una volta, l’Italsassuolo.

Non un caso, ma piuttosto l’onda lunga di politiche che si sono giocoforza ‘internazionalizzate’. Il Sassuolo ‘giovane e italiano’, quello che all’alba della sua serie A andava spesso in campo con 11 italiani su 11 possibili nella formazione di partenza ha cominciato, dal 2018 in avanti, a guardare oltrefrontiera con una certa convinzione, sulla scorta del potenziamento dello scouting.

Primo artefice della svolta fu Roberto De Zerbi, che quando arrivò ruotò una dozzina di giocatori ‘mettendosi in casa’ gente come Toljan, Muldur, Marlon, Boga, Djuricic, Boateng, Bourabia, molti dei quali al debutto nel campionato italiano. Da lì il mercato neroverde si è internazionalizzato e, non senza ‘colpi’ non indifferenti, ha aggiunto all’organico via via gente come Obiang e Kyriakopulos, Haraslin, Ayhan e Traore, Henrique e Ruan Tressoldi, Harroui, Ceide prima, fino al tris calato quest’anno con Alvarez, Erlic e Thortsvedt.

Pescando tra l’altro non più solo in Europa, ma anche in Sudamerica, mercato a lungo ‘trascurato’ dai neroverdi. La legione straniera, insomma, ha fatto base a Sassuolo piazzando parecchie ‘bandierine’ sui prati del Mapei Football Center e se molti, inevitabilmente, se ne sono andati, molti altri sono ancora al servizio della causa neroverde, nè sfugge come nel ‘campetto’ della stagione che va a cominciare, metà o quasi dell’undici di partenza sia di origine straniera. Un segno dei tempi, e anche una necessità. Perché, a ben vedere, comprare in Italia costa (Locatelli, per dire, costò 12 milioni, Lopez ne è costati 2,5) mentre l’estero garantisce ‘ritorni’ non indifferenti.