Una sconfitta non pesante, per il momento in cui arriva, ma brutta, quella patita da Modena domenica sera contro Cisterna. Brutta nella dinamica stessa del match, che una Valsa Group non perfetta ma ben organizzata aveva dominato ben oltre il punteggio fino al rush finale del terzo parziale, per poi vederselo scivolare dalle mani per un proprio calo molto più che per un’improvviso cambio di pelle degli avversari. La Modena di domenica sera si è letteralmente spenta per oltre un’ora, Buchegger e De Cecco in testa, salvo reagire d’orgoglio sotto di cinque punti in un tie-break nel quale Cisterna è sempre stata in testa. Reazione più per un moto singolo, quello di Tommaso Rinaldi, che per un afflato di squadra.
A fine match coach Giuliani ha detto due cose sopra tutte, una molto condivisibile, l’altra forse meno, alla luce di quello che ha dimostrato il campo. "Noi non abbiamo un giocatore risolutivo, ma una squadra che insieme può essere risolutiva": niente di più aderente alla realtà di una Valsa Group costruita per vincere col gioco e la forza del collettivo, un collettivo interscambiabile e ampio, con caratteristiche diverse e complementari, che deve forgiarsi su un’identità di squadra coriacea, testarda e, con De Cecco in testa, ogni tanto imprevedibile. In questo senso potrebbe diventare più utilizzato il doppio cambio o anche semplicemente l’ingresso di Ikhbayri, così come Gutierrez, terza banda nelle gerarchie attuali, può diventare un fattore determinante se la luce generale, per qualche motivo, si spegne. Giuliani ha anche reso meriti agli avversari ("Cisterna è un’ottima squadra che sin qui aveva avuto un calendario difficile"): senza nulla togliere alle qualità dei pontini, Baranowicz in testa, domenica Modena ha fatto e disfatto quasi da sola, al cospetto di un’avversaria partita molto timida, senza punte di riferimento, e cresciuta nel morale e nel coraggio strada facendo solo ed esclusivamente perché la Valsa Group glielo ha permesso. L’errore di Modena è stato quello di allentare per qualche attimo la presa: se squadre come Perugia o Trento possono permetterselo, perché sanno di avere dalla loro una fase break che può garantire anche tre o quattro punti dopo il venti, i gialloblù questa certezza non ce l’hanno.
Ecco allora che torna fuori la forza del collettivo, il risolvere le situazioni o farle proseguire come tali da squadra, come un unico uomo. Non c’è il Leon o il Michieletto o il Simon a cui aggrapparsi quasi come una fede, nella rosa a disposizione di Giuliani. Deve esserci un’idea accompagnata da una motivazione fortissima: quella che servirà per uscire da Civitanova Marche con dei punti in classifica.
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