Antivirali Covid, confermata l'efficacia di Molnupiravir: "Rischio decesso scende del 70%"

I virologi hanno fatto il punto della situazione sulla nuova ondata e gli effetti di Omicron, spiegano gli effetti positivi del farmaco sui rischi dell'infezione

Roma, 20 ottobre 2022 – I dati stanno aumentando, l’Italia si avvicina una nuova ondata di Covid. Ma, questa volta, le armi per combattere il virus ci sono: il vaccino e gli antivirali. Ed è proprio dell’efficacia dei farmaci antivirali che hanno ragionato epidemiologi e infettivologi intervenuti stamattina a un briefing online organizzato dall'azieda farmaceutica Msd. Hanno fatto il punto sulla diffusione del Covid, sulle prospettive future della pandemia e della convivenza con il virus. E presentato i risultati degli studi internazionali sulla terapia antivirale con il farmaco orale molnupiravir effettuati in Israele e in Inghilterra. A fotografare la situazione, gli ultimi dati dei bollettini in Italia e nel Veneto.

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Omicron più insidiosa, ma effetti meno gravi

"Nell'ultimo periodo stiamo assistendo a un aumento del numero dei casi di infezione che, a mio avviso, potrebbero essere sottostimati per il semplice fatto che si ricorre alla diagnostica solo quando strettamente necessari”, afferma Vincenzo Baldo, direttore di Medicina preventiva e valutazione del rischio dell'Aou di Padova. “Il virus, sebbene la variante Omicron abbia una maggior infettività, presenta una sua minor gravità”.

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L'ultimo bollettino dell'Istituto superiore di sanità indica un Rt in aumento, si sta osservando anche un leggero incremento dell'occupazione dei posti letto dell'area medica e delle terapie intensive. “Bisogna però capire se si tratta di accessi per Covid-19, ovvero il soggetto è giunto all'osservazione dell'ospedale per una sintomatologia da Covid-19, oppure se si è recato in ospedale per altre ragioni e poi è stato in maniera casuale trovato positivo. Questo è da considerare un indicatore di una patologia che sembra essere sempre più lieve rispetto al passato".

Lo studio israeliano: rischio decesso scende del 70%

Fra i temi affrontati, anche le nuove evidenze real-world sulla terapia antivirale con molnupiravir, farmaco che da gennaio 2022 è stato utilizzato nel trattamento di oltre 46mila persone. Gli ultimi studi Panoramic e Clalit – informa l'azienda Msd – hanno prodotto importanti risultati e confermato il valore dell'antivirale orale sviluppato in questa pandemia in continua evoluzione, dove i tassi di vaccinazione sono elevati e la variante Omicron sembra causare una malattia meno grave, nonché meno ospedalizzazioni e morti. Quanto alle evidenze dello studio real-world Clalit, svolto in Israele, confermano ciò che lo studio di fase 3 Move-Out su molnupiravir ha dimostrato una riduzione di ospedalizzazioni e mortalità nella popolazione più anziana, ad alto rischio di progressione in malattia grave. "Clalit è uno studio real world molto rilevante – commenta Ivan Gentile, professore ordinario di Malattie infettive all'Università di Napoli Federico II - che ha dimostrato come, su pazienti la cui età media era di circa 70 anni, vaccinati o che avevano contratto l'infezione, l'utilizzo di un antivirale come molnupiravir, somministrato nei primissimi giorni di malattia, ha ridotto in maniera significativa il rischio di ospedalizzazione, più che dimezzato, e il rischio di decesso, che si abbassa del 70%".

Lo studio inglese: benefici tra gli anziani

“Le evidenze di Panoramic, studio inglese in real-world condotto su un grandissimo numero di soggetti, oltre 25mila persone randomizzate a ricevere molnupiravir in aggiunta alle cure tradizionali rispetto alle cure tradizionali da sole - spiega Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova – dicono che non ha ridotto l'ospedalizzazione e la morte, perché lo studio è stato realizzato su soggetti vaccinati e con un range di età molto ampio, mentre si è dimostrato un beneficio sulla rapidità di cura e la quantità della carica virale, con un'efficacia consistente negli effetti sulla vita quotidiana del soggetto che torna prima al lavoro e in comunità. Un problema dello studio Panoramic è che il range di popolazione trattata è veramente molto ampio e l'età media davvero bassa, 56 anni. Questo