Covid Veneto 7 febbraio, il bollettino di oggi. Zaia: "Si va in zona bianca"

Crollano i contagi, oggi solo 2.858 casi casi in tutto il Veneto. In 24 ore, oltre 4.500 guariti. Sono 14 le vittime. Dimezzati i contagi rispetto a lunedì scorso. Atterrate oggi a Venezia le nuove forniture di vaccino

Venezia, 7 febbraio 2022 –  "La situazione è positiva, stiamo andando verso la zona bianca con tutte le curve di tutte le province in calo. L'attenzione deve restare alta, ma penso che il virus ormai si sia endemizzato". L'ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia parlando dell'andamento della pandemia a margine di un punto stampa organizzato a Palazzo Balbi. Alla domanda se ci si stia avvicinando alla fine della pandemia, il governatore ha risposto: "Io penso di , penso che i segnali ci siano tutti". Covid Veneto, 8 febbraio, ricoveri al 23%, intensive al 14%. Ore 12.30: Zaia in diretta

Sommario: 

Cosa succede oggi: tutti i dati

Crollano i contagi in tutto il Veneto, per la prima volta da moltissimi mesi il bollettino di oggi registra solo 2.858 casi. Scende anche il totale dei positivi che oggi si trovano in isolamento: sono 168.750, contro i 173mila di ieri. Un dato che rispecchia il calo fisiologico della domenica, ma anche del trend nazionale al ribasso, e che porta a 1.224.068 il totale dei casi dall’inizio della pandemia ad oggi.

Viene quindi confermato l'andamento in discesa dei contagi, che lunedì scorso in regione erano stati 4.877 e oggi appaiono dimezzati. Il bollettino regionale segnala 14 vittime, con il totale dei decessi a 13.373. Stabile il dato ospedaliero, con 1.711 ricoveri in area medica (+1) – dove si registra un'occupazione del 23% – e 160 (-2) in terapia intensiva, che registrano un'occupazione del 14%, un punto sotto la media nazionale. Tra le vittime del virus, questa notte è scomparso in ospedale il noto imprenditore veneto Nicola AmenduniNegli ultimi giorni ho seguito con grande apprensione il suo ricovero. Purtroppo il Covid se l'è portato via”, è il primo commento del governatore veneto, Luca Zaia. Amenduni aveva 103 anni. 

Vaccini: atterrate a Venezia le nuove forniture 

Sono state consegnate anche nel Veneto le nuove forniture di vaccini anti Covid, le forniture sono sbarcate oggi all’aeroporto di Venezia. “Entro poche ore dall'arrivo – spiega Dhl Italia, la società che sta distribuendo le dosi a livello nazionale – i carichi vengono distribuiti alle strutture sanitarie secondo precisi e rigidi protocolli di sicurezza”.

Nell’ultimo anno, Dhl ha consegnato 2 miliardi di vaccini in 175 Paesi del mondo, di cui 100 milioni in Italia. È quanto annuncia il Gruppo al termine del primo anno di gestione della distribuzione globale. “Dopo il primo aereo con i vaccini atterrato alla Malpensa il 29 dicembre 2020 – si legge in una nota –Dhl Express Italy ha operato oltre 460 voli, uno a settimana su ognuno degli otto scali in tutta Italia dove il corriere espresso è presente con le proprie strutture operative”. Oltre all'aeroporto milanese Dhl, ha consegnato fiale a Roma Ciampino, Napoli, Ancona, Pisa, Bologna, Brescia e Venezia. Nel corso del 2021, Dhl Express Italy ha effettuato 10mila consegne a poco meno di 300 strutture sanitarie tra ospedali e centri vaccinali.

Cosa succede nelle province

Numeri in picchiata in tutte le province, che dopo mesi di tensione iniziano a intravedere la luce fuori dal tunnel. Oggi a Padova crollano letteralmente i numero: sono 486 i nuovi casi, mentre in isolamento ci sono 29.111 persone, duemila in meno rispetto a due giorni fa. Treviso oggi registra 455 nuovi positivi che, al netto di quasi duemila persone guarite rispetto a sabato scorso, portano a 24.915 il totale degli attuali contagiati. Nella Città metropolitana di Venezia sono invece 488 i casi scoperti nelle ultime 24 ore dall’analisi dei tamponi, per un totale di 23.153 persone in isolamento, a casa o in ospedale.

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Verona rimane la zona con il più alto numero di cittadini in isolamento: oggi sono 39.825, la situazione è in costante miglioramento rispetto ai 41.489 di due giorni fa. I casi registrati oggi nel bollettino diramato dall’Unità di crisi regionale sono invece 655. A Vicenza ci sono 490 nuovi positivi, che portano il totale dei provvedimenti di isolamento disposti dall’Asl a 30.071.

Sono meno di 10098 per l’esattezza – gli ultimi tamponi positivi emersi in tutta la provincia di Belluno, ma rimane alto il totale delle persone in isolamento, scese solo di 200 unità: oggi sono 5.211 i positivi, il dato più basso di tutto il Veneto. Nella provincia di Rovigo si registrano, nelle ultime 24 ore, 128 nuovi casi, che portano a 6.306 il totale dei contagiati.

Vaccini: a che punto è il Veneto

Sono state 17.442 le dosi di vaccino anti-Covid somministrate nella giornata di ieri in Veneto, un numero “spinto” dalle terze dosi, che sono state 14.034. Il bollettino regionale segnala anche 1.172 prime dosi. In tutto è stato utilizzato il 92,6% delle forniture giunte in Veneto.

La popolazione in età vaccinale che ha completato il richiamo è l'87,4%, mentre quella che ha ricevuto la dose booster è pari al 66,1%. Per la fascia pediatrica 5-11 anni, il 32% ha ricevuto una dose, e il 24,3% ha avuto il richiamo.

Il nuovo trend del Veneto

L’onda di piena del Covid è lontana: per la prima volta dopo un anno difficile, ieri il Veneto è sceso sotto la soglia dei 10mila contagi. Un trend che fa sperare verso l’uscita imminente dalla pandemia, con il virus che potrebbe presto diventare un fenomeno endemico, creando così le condizioni per una convivenza tranquilla col Covid. Lieve impennata negli ospedali – dove ieri c’erano 1.710 pazienti nei reparti di area medica e 162 in terapia intensiva – resta alto il bilancio delle vittime, ormai arrivato a 13.359 decessi in due anni.

Ieri erano quasi 7.500 i nuovi contagi, con oltre 173mila positivi in isolamento in tutta al regione. La provincia più compita è stata quella di Verona con 1.486 positivi in più, seguita da Treviso con 1.455 casi in sole 24 ore. Sono attesi a breve gli aggiornamenti di oggi, un arrivo col bollettino dell’Unità di crisi regionale. Intanto, avanzano le ricerche sull'immunità da Covid: ecco a che punto siamo

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Medici ospedalieri: l’88,6% pronto a lasciare

In Veneto l'11,4% dei medici ospedalieri, potendo scegliere, continuerebbe a lavorare nel pubblico, mentre il 35,5% andrebbe all'estero, il 22,5% sogna la pensione, il 16,4% preferirebbe lavorare in una struttura privata e il 14,2% sta pensando alla libera professione. Infine, il 24,2% sceglierebbe un'altra professione. Sono i risultati di un sondaggio condotto dalla Federazione Cimo-Fesmed, a cui hanno risposto 583 professionisti della regione, la partecipazione più alta a livello nazionale.

Rispetto alla media nazionale, i dati del Veneto sono molto divergenti: tra i medici che vorrebbero continuare a lavorare nel pubblico, la differenza con il dato nazionale è di 17 punti percentuali (28,4%). Riguardo al numero di ore di lavoro a settimana che i medici veneti dichiarano, l'82% si dice “costretto agli straordinari”, e di questi il 24% lavora più di 48 ore a settimana, violando la normativa europea sull'orario di lavoro (le medie nazionali sono rispettivamente, il 73% e il 20%). Le ore in più sono impiegate soprattutto per atti amministrativi: il 79,4% ritiene “eccessivo” il tempo da dedicare alla burocrazia, il 43,3% ritiene insufficiente il tempo per l'atto medico e l'ascolto del paziente.

Il 52% dei medici veneti che hanno risposto al sondaggio ha tra gli 11 e i 50 giorni di ferie arretrate da smaltire, il 20% tra i 51 e i 100 giorni, l'11% ha accumulato più di 100 giorni di ferie. I due anni di emergenza causati dal Covid-19 hanno aumentato lo stress psicofisico (ritenuto elevato dal 62% dei medici) e la percezione del rischio professionale – considerato “alto” per il 56% degli intervistati – e della sicurezza della propria famiglia (38%). La pandemia ha infine contribuito a peggiorare le aspettative sul futuro: il 10% spera nel miglioramento della professione, il 7% nello sviluppo della propria carriera e il 2% in un aumento di stipendio.

Covid, espiantati gli organi a un uomo positivo

Donati fegato e reni da un paziente positivo al Covid, morto all'Ospedale Madre Teresa di Calcutta di Schiavonia, nel Padovano. Gli organi sono stati trapiantati con successo e in sicurezza su due persone, salvandole la vita. Si tratta della prima donazione di reni avvenuta in Veneto da un paziente positivo al Covid. Nel luglio scorso un altro paziente positivo, sempre all'ospedale di Schiavonia, aveva donato il fegato.