Famiglie Arcobaleno, Procura Padova esamina atti nascita di 33 bambini con 2 mamme

"No a discriminare i bambini per vuoti normativi" rimarca il sindaco Giordani, che ha firmato i documenti. Zan parla di "crudeltà" nel cancellare i diritti della madre non biologica. Per l’associazione è "persecuzione politica" contro famiglie che non corrispondono “a modello conservatore"

Manifestazione dell'associazione Famiglie Arcobaleno

Manifestazione dell'associazione Famiglie Arcobaleno

Padova, 12 aprile - La Procura di Padova ha richiesto gli atti all'amministrazione comunale cittadina riguardanti le registrazioni di nascita dal 2017 ad oggi di 33 bambini figli di coppie formate da due donne. È l'arco temporale nel quale è in carica la giunta di centrosinistra del sindaco Sergio Giordani. Ora spetterà al Tribunale valutare se intervenire o meno sulla questione.

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Cosa è successo

La Prefettura già un mese fa aveva informato l'autorità giudiziaria delle procedure seguite dal Comune per iscrivere all'anagrafe i bambini di coppie gay, riferite nello specifico solo ai figli di due mamme, delle quali una biologica. In precedenza il prefetto Raffaele Grassi aveva inviato a tutti i sindaci della provincia di Padova una circolare per invitarli a rispettare la sentenza della Cassazione che blocca i riconoscimenti anagrafici per i figli delle coppie arcobaleno. In queste settimane, dopo un incontro con Grassi, definito dalle due parti cordiale nei modi ma non risolutivo nei fatti, Giordani non aveva mutato direzione, accogliendo l'ennesima richiesta di iscrizione di una coppia.

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Possibile ‘rettifica’

Da parte sua la Prefettura aveva annunciato che avrebbe informato l'autorità giudiziaria "affinchè potesse valutare l'eventuale esercizio, in sede civile, dell'azione di rettifica degli atti così formati".

Il responsabile di Palazzo Moroni più volte ha ripetuto che per l'amministrazione euganea il nodo della questione non è di natura ideologica "ma del dovere di tutelare anzitutto gli interessi preminenti delle bambine e dei bambini". Il Comune, pertanto, secondo l'opinione del primo cittadino, si è trovato costretto a compiere una scelta, non avendo a disposizione una legislazione chiara e adeguata in materia.

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Il sindaco: "No a discriminare bambini per vuoti normativi"

"Non posso immaginare di negare atti amministrativi che mi competono come ufficiale di stato civile, dai quali derivano i diritti fondamentali di questi piccoli, esponendoli così a gravi discriminazioni - ha osservato Giordani - . È un contesto che vive gravissimi vuoti normativi - ha ripetuto - che nuocciono prima di tutto, lo ripeto, alle bambine e ai bambini". Anche ieri, dopo aver appreso dell'azione della Procura, Giordani non arretra: "I bambini e le bambine vengono prima di tutte le discussioni - commenta a caldo - . Evitare per loro discriminazioni molto gravi è un obiettivo che supera i vuoti normativi e che persegue i valori costituzionali".

Zan: "Crudeltà perdere una madre"

Duro il giudizio di Alessandro Zan, deputato padovano e membro della segreteria nazionale del Pd con delega ai diritti: "Torno a ribadire l'urgenza di una legge: ci sono famiglie consolidate con figli che oggi rischiano di perdere uno dei due genitori". L'auspicio di Zan è che gli atti amministrativi fin qui compiuti non diventino carta straccia. "Mi auguro che non vengano impugnati perché un bambino così rischierebbe di perdere una madre che non verrebbe più riconosciuta tale - conclude - e si tratterebbe di una crudeltà contro il supremo interesse del minore".

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Famiglie Arcobaleno: "Persecuzione politica contro famiglie"

"Siamo sconvolti dalla notizia che la Procura di Padova avrebbe richiesto al Comune gli atti di nascita di famiglie omogenitoriali registrati dal 2017 a oggi. Parliamo di 33 minori a cui il sindaco Giordani aveva riconosciuto entrambi i genitori e a cui la Procura vorrebbe cancellarne uno. In alcuni casi parliamo di bambini che hanno già 6 anni e invece di tutelarli lo Stato italiano sta intervenendo con ogni arma a sua disposizione per privarli dei loro diritti". Lo scrive in una nota stampa l'associazione delle Famiglie Arcobaleno.

"È incredibile”, prosegue la nota - come la Procura, che dal 2017 ha ricevuto regolarmente gli atti dal Comune di Padova, decida proprio ora a distanza di 6 anni, ma a pochi mesi dalla circolare del Ministro dell`Interno Piantedosi, di agire contro queste famiglie: "È gravissimo quello che sta accadendo, è bastato un cambio di Governo per mettere in atto una vera e propria persecuzione politica nei confronti di famiglie che hanno la sola colpa di non corrispondere al modello unico proposto dai conservatori - dice Alessia Crocini, presidente dell'associazione -. Il clima che si è venuto a creare in questi ultimi mesi è da vera e propria caccia alle streghe".

"Sentenza della Cassazione in questi casi non c'entra"

"Come Associazione non possiamo certo credere che la Procura agisca in virtù della recente sentenza delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione che nulla ha a che vedere con queste registrazioni che riguarderebbero solo certificati di nascita di bambini con due mamme. Fermo restando che ogni minore ha diritto a vedersi riconosciuti entrambi i genitori, la sentenza continuamente citata è diventata in realtà la scusa di chiunque voglia cancellare l`esistenza stessa delle famiglie arcobaleno in Italia”.

E la sentenza della Corte Costituzionale?

“Anche perché la stessa solerzia non è stata messa nell`applicare la sentenza della Corte Costituzionale che dal 2021 chiede al Parlamento di fare una legge per il riconoscimento dei bambini e delle bambine delle famiglie omogenitoriali? Famiglie Arcobaleno - conclude la nota - come fa da 18 anni, continuerà a lottare in tutte le sedi e ringrazia il sindaco di Padova, Giordani che finora ha tutelato i diritti dei minori della città che amministra".