Interstellar, astrofisica 25enne scopre equazione che rivoluziona gli studi astronomici

Chi è Maria Vittoria Legnardi, di Rovigo, dottoranda dell’Università di Padova che ha guidato una ricerca sulle nubi primordiali

La giovane astrofisica Maria Vittoria Legnardi dell'Università di Padova che ha condotto lo studio

La giovane astrofisica Maria Vittoria Legnardi dell'Università di Padova che ha condotto lo studio

Padova, 4 maggio 2023 – Una nuova equazione riesce a spiegare come le nubi interstellari modificano la luminosità e il colore dei corpi celesti. Il risultato, pubblicato sulla rivista Monthly Notices of the Royal Astronomical Society nell’articolo dal titolo Constraining the original composition of the gas forming first-generation stars in globular clusters, riesce a spiegare il fenomeno in modo più efficiente di quanto sia stato possibile finora. La scoperta si deve al gruppo di ricerca guidato da Maria Vittoria Legnardi, dottoranda di Fisica e Astronomia dell'Università di Padova, con cui ha collaborato l'astronoma Sohee Jang, dell'Università di Seoul.

Corpi celesti e nubi in un’equazione

La materia interstellare si trova ovunque nella Via Lattea, persino nei remoti angoli di cielo che appaiono oscuri anche quando vengono osservati con grandi telescopi. Sebbene intangibili, queste nubi di particelle interagiscono con la luce emessa dai corpi celesti e ne modificano le proprietà, rendendoli meno luminosi e alterandone i colori. Di conseguenza, grazie alla nuova equazione diventa possibile comprendere meglio un grande vasta gamma di fenomeni astrofisici.

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“Molti studi dovranno essere rivisti”

"Le immagini di Hubble che usiamo - dice Maria Vittoria Legnardi - riprendono un gran numero di ammassi stellari, agglomerati di decine di migliaia di stelle gemelle che si trovano oltre le nubi. Le nubi non sono visibili nelle immagini, ma siamo riusciti a ricostruirle grazie a un laboriosa analisi della luce proveniente dalle stelle che le attraversa".

Il risultato più sorprendente riguarda l'impatto che questa scoperta avrà sulla cosiddetta "legge di reddening", ovvero l'equazione matematica in grado di predire come la materia interstellare modifichi luminosità e il colore delle stelle. "Con questa scoperta - conclude Legnardi - molti studi basati sull'equazione tradizionale dovranno essere rivisti". 

Interstellar

Fu proprio il film ‘Insterstellar’, che vantava un cast d’eccezione (Matt Damon, Jessica Chastain, Anne Hathaway, Matthew McCounaghey) e che trattava in modo avvincente e spettacolare di una teoria su un buco nero partendo da un pianeta terra semidistrutto dai cambiamenti climatici, ad affascinare Maria Vittoria Legnardi quand'era alle scuole superiori e a farle decidere di intraprendere gli studi in Fisica ed Astronomia. Ma non solo: la materia interstellare, ossia le nubi che, con densità diverse fanno parte dello spazio, anche laddove appare vuoto, sono proprio l’oggetto della ricerca che è riuscita a tradurre in una equazione.

Chi è Maria Vittoria Legnardi

La giovane scienziata Maria Vittoria Legnardi ha 25 anni ed è di Rovigo. Dopo il liceo scientifico ha deciso di iscriversi al corso di laurea triennale in Astronomia all’Università di Padova. E proprio in un'intervista sul sito dell’Università di Padova racconta i dettagli della ricerca e della cooperazione avviata a livello internazionale.  Dopo un inizio tutt’altro che facile, in cui stava quasi per cambiare corso di studi, perché, ha spiegato, “il primo anno si studiano prevalentemente fisica e matematica” (ed è significativo che il risultato ottenuto oggi sia tramite un’equazione) ha concluso il percorso di studi e si è poi iscritta alla laurea magistrale in Astrophysics and Cosmology, sempre a Padova, “proprio nell’anno in cui è nato questo corso di studi: c’era una grande partecipazione straniera e quindi il clima internazionale che si respirava è sempre stato molto stimolante, sebbene abbia frequentato metà del mio percorso online a causa della pandemia”.

Nel progetto di tesi magistrale, sostenuta nel luglio dello scorso anno, la giovane astrofisica aveva iniziato ad interessarsi alla composizione chimica delle nubi di formazione degli ammassi stellari globulari pochi milioni di anni dopo il Bing Bang fino a riuscire a determinare che sono diversi da come ci si aspettava. Ora è dottoranda di Fisica ed Astronomia e sta per avviare una nuova ricerca.