Padova, striscione davanti al liceo Tito Livio contro la marcia di Firenze: "Sciacallaggio antifascista"

Una protesta di Blocco studentesco contro l'iniziativa della Rete degli Studenti Medi che hanno affisso in alcune scuole la "lettera pastorale" della preside del Leonardo Da Vinci del capoluogo toscano

Militanti di Blocco studentesco protestano davanti al liceo Tito Livio di Padova

Militanti di Blocco studentesco protestano davanti al liceo Tito Livio di Padova

Padova, 4 marzo 2023 - I militanti di Blocco Studentesco di Padova e Verona sventolano questa mattina all'ingresso del liceo classico Tito Livio di Padova le bandiere nere con il fulmine cerchiato sotto uno striscione che recita: "La scuola non è antifascista, è libera!".

L'iniziativa, con un sit-in, organizzata nel giorno della manifestazione antifascista di Firenze "per contestare la menzognera giostra mediatica antifascista, tornata all'opera in questi giorni" dicono gli organizzatori. Il Blocco, gruppo di destra, contesta la decisione presa dalla Rete degli Studenti Medi che "ha di propria iniziativa deciso di affiggere in alcune scuole la "lettera pastorale" che la preside Annalisa Savino del Liceo Leonardo Da Vinci di Firenze ha indirizzato ai propri studenti in seguito ai fatti avvenuti nella stessa città pochi giorni prima, quando un volantinaggio eseguito da militanti di Azione Studentesca (in un altro istituto scolastico del capoluogo toscano) si è concluso con uno scontro fisico con appartenenti a collettivi di sinistra.

Il Blocco rileva di voler "segnalare come, per l'ennesima volta, una vicenda dai contorni ancora da definire (a cominciare da chi siano gli aggressori e chi gli aggrediti) venga utilizzata dallo sciacallaggio organizzato antifascista per riaffermare la propria intoccabile egemonia nel mondo della scuola, per ribadire che la scuola è 'cosa nostra' e chiunque abbia velleità di opposizione a questo dato di fatto debba venire sistematicamente allontanato, criminalizzato ed esiliato".

"La nostra azione al Tito Livio serve a dimostrare ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno - così termina la nota - che noi ce ne freghiamo schiettamente dei divieti e dei catechismi politicamente corretti di questi personaggi e di tutto l'apparato (presidi, insegnanti, giornalisti, esponenti locali e nazionali del centrosinistra) che dà loro supporto e protezione: per questo noi siamo la voce libera di tutti quegli studenti che sono stanchi della camorra culturale dell'antifascismo militante".