Scontri Cesena-Padova, 34 Daspo per gli ultras biancoscudati coinvolti

Nel mirino anche persone già colpite da provvedimenti inibitori in passato. La Questura è ora sulle tracce dei tifosi romagnoli che hanno preso parte ai disordini

CESENA CALCIO PADOVA COPPA ITALIA   TIFOSI PADOVA

Padova: 34 daspo per i tifosi coinvolti negli scontri prima della partita contro il Cesena. In foto, la tifoseria durante l'incontro (Fotoest)

Padova, 8 agosto 2024 – Ben 34 Daspo notificati dalla Digos padovana e disposti dal questore di Forlì-Cesena a seguito degli scontri che hanno avuto luogo domenica scorsa tra le tifoserie cesenate e del Padova. Le due squadre si sono affrontate nel turno preliminare di Coppa Italia. 

Una cinquantina di tifosi veneti – alcuni travisati e armate di aste e bottiglie di vetro – sono sfuggiti ai controlli della polizia eludendoli, per poi dirigersi verso la curva degli avversari e verso il ‘Bar Bombonera’, loro punto di ritrovo. Qui si sarebbero scagliati contro i cesenati, che hanno reagito.

Per sedare i disordini è servito l’intervento delle forze dell’ordine, che al loro termine hanno avviato le indagini per accertare quanto era successo e individuare i responsabili. Un grande aiuto è stato dato dai sistemi di videosorveglianza e dalle riprese del personale della Polizia scientifica. Ora gli agenti si stanno concentrando sui comportamenti dei tifosi cesenati, nei confronti dei quali verranno analoghi provvedimenti inibitori.

I tifosi responsabili delle violenze saranno segnalati all'autorità giudiziaria per i reati di rissa, resistenza a pubblico ufficiale, porto di armi improprie, lancio di oggetti, travisamento.

Stando alle ricostruzioni, gli ultras padovani sono arrivati a Cesena a bordo di sette minivan, scegliendo di prendere un’uscita alternativa rispetto al casello presidiato dalle forze dell’ordine. In questo modo, senza dare nell’occhio, hanno posto le basi per i disordini che di lì a poco avrebbero creato.

I Daspo emessi dalla questura di Forlì-Cesena – da una durata minima di due anni a una massima di dieci, per un totale di 172 anni – vanno a colpire in buona parte persone con precedenti dispositivi del genere a carico.