Padova, 24 agosto 2024 – Uccide l’ex moglie strangolandola nel sonno, poi inscena un suicidio per nascondere il delitto. Ma, a smantellare la messinscena e ad incastrare l’uomo – il 42enne Erik Zorzi, camionista padovano – è stato l’audio del cellulare della vittima: la 39enne aveva lasciato acceso il registratore del telefono, forse per provare cosa accadeva in quella casa di notte.
La donna – Nicoleta Rotaru, una 39enne di origine moldave – era stata trovata morta nel bagno nella sua casa di Abano Terme, nel Padovano. Era il 2 agosto del 2023. Ora, a un anno di distanza di un anno, è stato chiesto il rinvio a giudizio per l’uomo quella terribile notte aveva chiamato i soccorsi fingendo il suicidio della convivente. L’udienza preliminare si terrà il 17 settembre al tribunale patavino.
L’accusa di omicidio aggravato
L'uomo – che si trova in custodia cautelare in carcere di Padova dal marzo scorso, quando è stato arrestato dai Carabinieri su mandato del gip – è sospettato di aver messo in scena il finto suicidio della donna con cui all'epoca ancora conviveva, una 39enne moldava, e dalla quale ha avuto due bambine, ancora in tenera età.
Secondo gli investigatori, la versione fornita dall'uomo non torna. All'alba del 2 agosto, fu lui a chiamare il 118, dicendo che la donna si era chiusa in bagno dall'interno e non gli rispondeva. I sanitari la trovarono rannicchiata nel box doccia esanime e con una cintura stretta al collo.
L'iniziale ipotesi di un suicidio dovuto a un periodo difficile, come sosteneva l'ex marito, sono state smentite anche dai familiari e dai conoscenti della 39enne, che invece hanno portato alla luce un quadro di tensioni familiari. Il 24enne è accusato di omicidio aggravato.
La svolta nelle indagini
La svolta decisiva è arrivata dalle analisi tecniche sul cellulare della vittima che, nella notte fra il 1 e 2 agosto, aveva tenuto acceso il registratore del suo cellulare captando tutte le fasi del suo omicidio e della messinscena del suicidio da parte dell'ex marito.
L’audio del cellulare
A riscrivere completamente il copione della vicenda è stato il cellulare che la donna aveva acceso durante l'ultimo litigio. Le continue rimostranze del marito, per le quali erano già intervenuti i militari, riguardavano soprattutto il fatto che Nicoleta avesse trovato un nuovo compagno e un nuovo orizzonte di vita.
Già in passato l'uomo aveva picchiato la moglie proprio per questo motivo. Nella registrazione si sente il diverbio sempre più furioso tra i due, in un crescendo di frasi offensive e umilianti, e poi i rumori inequivocabili di ansimi, di una lotta fisica, che gli investigatori hanno ritenuto compatibili con un'azione omicidiaria.
Il delitto: strangolata nel sonno
Secondo gli inquirenti, quella sera, dopo una furiosa lite a causa alla sua gelosia, il 42enne aveva approfittato del fatto che la donna si fosse assopita a letto e, sorprendendola nel sonno, l'aveva strangolata con una cintura per poi trascinarne il corpo nel bagno e inscenarne il suicidio.
Ulteriori accertamenti fatti nell'abitazione hanno poi permesso di scoprire che, con la necessaria perizia, era possibile rimuovere e riposizionare il pannello centrale della porta del bagno, circostanza che avrebbe quindi potuto consentire di uscire dal locale nonostante la porta fosse chiusa dall'interno.