Biometano, dalla grappa al gas: inaugurato il primo impianto in una distilleria nel padovano

Lo stabilimento delle Distillerie Bonollo di Conselve fornisce gas alla rete di distribuzione di Italgas per 3mila famiglie

Conselve (Padova), 13 aprile 2023 - Dai residui liquidi della produzione di grappa della Distilleria Bonollo di Conselve (Padova) alla fornitura di gas per 3mila famiglie. L'impianto di produzione di biometano allacciato direttamente alla rete di distribuzione di Italgas, è stato inaugurato oggi allo stabilimento di Conselve: è il primo in Italia a servizio di una distilleria di grappa. Costato 2 milioni di euro più 500 mila per l'allacciamento, produce biometano a partire dai residui delle attività di distillazione per un quantitativo medio giornaliero di 10.000 metri cubi e un complessivo annuo di circa 2,5 milioni di metri cubi, corrispondente ai consumi medi di circa 3.000 famiglie.

Decarbonizzazione 

"E' il punto di arrivo di un lungo percorso", afferma Elvio Bonollo, della famiglia titolare dell'omonima distilleria a Conselve da 4 generazioni. "Portiamo a termine un investimento che ci ha impegnato in due anni in maniera piena - spiega all'inaugurazione dell'impianto - ma il nostro impegno viene da lontano e puntiamo ad azzerare gli sprechi". "La nostra distilleria - spiega - è stata costruita nei primi Anni 60 da Giuseppe Bonollo e da allora, oltre a fare la migliore grappa del mondo, abbiamo sempre portato estrema attenzione al processo di innovazione e questo impianto per noi non è un punto di arrivo, ma un punto importante di una logica di economia circolare che ci ispira da sempre". "Da oggi - prosegue - c'è un contributo della nostra produzione alla decarbonizzazione dei consumi attraverso l'immissione diretta in rete di gas di origine non fossile". "Siamo economia circolare nativi - conclude - perché chi ci ha preceduto ci ha insegnato a valorizzare tutto come la nostra caldaia che bruciava la farina di buccette distillate per produrre il vapore senza combustibile fossile e lo fa ancora adesso".

"Dopo la produzione di grappa - racconta Bonollo - dalla vinaccia esausta otteniamo tartrato di calcio, un sale alimentare usato anche nell'industria farmaceutica. Separando i semi dalle bucce si ricavano l'olio di vinacciolo, mangimi e combustibile naturale non di origine fossile". "Dalle vinacce - conclude - si ricavano integratori alimentari a base di polifenoli come 'Ecovitis' e dai liquidi residui della loro distillazione si ricava il biometano e la borlanda vitivinicola fluida, concime che torna nei campi". 

150 allacciamenti entro il 2028

Attualmente la produzione italiana di biometano è pari a circa 500 milioni di metri cubi, con una potenziale produzione di 8 miliardi al 2030. In Europa si producono oggi 5 miliardi, con un obiettivo di 35 fissati da RepowerUe al 2030. Italgas prevede di realizzare 150 allacciamenti di impianti di biometano alla propria rete entro il 2028. Ha affermato l'amministratore delegato di Italgas Reti Pierlorenzo Dell'Orco al taglio del nastro dell'impianto di Conselve. Oltre a essere "il primo impianto di biometano in Italia in una distilleria di grappa", spiega Dell'Orco, è "il più digitalizzato d'Italia" ed è "totalmente controllato a distanza, senza presidio fisico dalla nostre sale digitali 24 ore al giorno e 7 giorni su 7". "Da oggi - sottolinea Dell'Orco - la rete di Italgas riceve e miscela biometano con gas naturale". "Stiamo gestendo oltre 140 richieste di allacciamento alla rete in Italia - sottolinea - molte di queste in Veneto e in Piemonte, segno che la filiera si sta risvegliando". "L'obiettivo di Repower Ue - ricorda - è l'incremento della produzione di biometano da 5 a 25 miliardi di metri cubi l'anno entro il 2030". "È un obiettivo molto difficile - spiega - perché significa realizzare 5mila nuovi impianti in Europa". "La Germania - conclude Dell'Orco - controlla1/3 della produzione Ue, seguono la Gran Bretagna e la Francia, mentre l'Italia è al 5% della produzione Ue, ma ha grandi opportunità". "Siamo nella direzione della sovranità energetica - conclude - ma per agevolare i nuovi collegamenti occorre che le spese di allacciamento, che gravano oggi all'80% sui produttori, vengano spostate sulle società di produzione".