Padova, lotta alla malaria: successo per la ricerca sulle zanzare ogm

Insetti geneticamente modificati possono portare all'infertilità della specie che trasmette la malattia. Nel 2019 registrati 229 milioni di persone contagiate e 409 mila decessi

la zanzara può trasmettere la malaria

la zanzara può trasmettere la malaria

Padova, 28 luglio 2021 - Ha successo, benché ancora in ambienti controllati, la ricerca sulle zanzare geneticamente modificate allo scopo di contrastare la malaria. A testare l'efficacia dello studio, condotto in condizioni ecologiche realistiche e su un lungo periodo di tempo in ambienti controllati che riproducono fedelmente condizioni ambientali dei paesi tropicali, un team di ricercatori internazionali guidato da Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell'Università di Padova

Nel 2019 registrati 409 mila decessi per la malaria

Nel 2019 ci sono stati 229 milioni di casi di malaria - in aumento rispetto all'anno precedente - e 409.000 decessi, a dimostrazione che sono necessari nuovi interventi per passare all'eradicazione della malattia. I ricercatori hanno preso di mira selettivamente la specie di zanzare Anopheles gambiae, che è responsabile della maggior parte della trasmissione della malaria nell'Africa sub-sahariana. Ci sono circa 3.500 specie di zanzare in tutto il mondo, di cui solo 40 specie correlate possono portare la malaria. 

Crisanti: "Barriere da superare prima di sperimentare sul campo"

"I risultati dello studio - spiega Crisanti - fanno prevedere che, rilasciando zanzare gene drive che selettivamente inattivano il gene doublesex, e quindi diffondendo l'infertilità femminile all'interno delle popolazioni di zanzare che trasportano la malaria locale, si possa arrivare al collasso dalla specie portatrice della malaria. Gli studi in queste condizioni ecologiche sono un passo importante verso il rilascio di zanzare che trasportano la trasmissione genica in natura, anche se dobbiamo tener presente che ci sono barriere di sicurezza e tecnologia da superare prima che sia possibile pianificare una sperimentazione sul campo, tra cui test di resistenza più completi e valutazioni del rischio ambientale".