Omicidio San Martino di Lupari, spunta un indizio che potrebbe inchiodare Diletta Miatello

La figlia della donna uccisa e dell'uomo ridotto in fin di vita ieri nel Padovano aveva allontanato la badante con una scusa. La casa era devastata. Domani l'autopsia sul corpo di Maria Angela Sarto, 84 anni. Resta in fin di vita il marito Giorgio Miatello

Padova, 28 dicembre 2022 – Cocci di ceramica sparsi per tutta la casa, sangue nel soggiorno di piano terra e nella camera del primo piano, arredi devastati: è lo scenario che si sono trovati davanti gli investigatori dopo l'allarme dato da Chiara Miatello, nel ritrovare morta la madre Maria Angela Sarto, 84 anni, e in fin di vita il padre Giorgio, 89 anni, nella loro villetta bifamiliari a a San Martino di Lupari, nel Padovano. A massacrare ieri i coniugi sarebbe stata la figlia maggiore, la 51enne Diletta Miatello. Nel frattempo, il padre di Diletta e Chiara lotta tra la vita e la morte nel reparto di rianimazione dell'Ospedale di Padova, dove è stato trasportato per le gravissime ferite riportate al cranio, al corpo e alle mani, segno di un disperato tentativo di difesa nel soggiorno di casa.

Diletta Miatello e Maria Angela Sarto
Diletta Miatello e Maria Angela Sarto

L'indizio sospetto

Sottoposta a fermo dopo essere stata ritrovata nella camera di un hotel a Romano d'Ezzelino, Diletta fino ad oggi si è chiusa in un ostinato mutismo. Ma un indizio la inchioderebbe, indicato dalla sorella Chiara: avrebbe cercato di allungare i tempi del ritrovamento dei genitori, mandando via la badante con una scusa banale, giunta come ogni mattina per assistere la coppia. Di sospetto vi sarebbe poi il fatto che Diletta ha spento il cellulare subito dopo l'aggressione subita dai genitori – pare attuata con un coltello e un non meglio identificato corpo contundente – e che nell'albergo in cui è stata rintracciata voleva stare due giorni, il tempo necessario per costruire, secondo i sospetti, un accurato piano di fuga.

L’ossessione per i soldi

Per il pm Marco Brusegan, la pista più accreditata va ricercata nei contrasti da tempo esistenti in famiglia e testimoniati anche dai vicini. Diletta Miatello ha un passato che parlerebbe di una presunta instabilità psicologica e di problemi di denaro mai nascosti. Sposata con un collega che ora lavora a Roma, ha fatto per alcuni anni la vigilessa ad Asolo, salvo dimettersi e separarsi dal compagno, al quale è stato lasciato il figlio. Da quel momento non era più riuscita a trovare occupazioni stabili. Aveva ottenuto di poter rientrare nella casa della sua infanzia, ma il denaro era diventato la sua ossessione. Al punto da utilizzare i social e più profili riconducibili al suo nome per chiedere un posto di lavoro nella zona di Castelfranco.

Le liti in famiglia

Le liti con i genitori, hanno accertato i carabinieri di Cittadella, erano sempre legate all'aspetto economico. La donna, assistita dall'avvocata padovana Elisabetta Costa, chiedeva continuamente soldi che i familiari, in possesso delle rispettive modeste pensioni, non potevano darle. Il sospetto è che a scatenare la rabbia omicida possa essere stato proprio l'ennesimo rifiuto di un aiuto finanziario.

L’autopsia In attesa che entro sabato si arrivi all'eventuale conferma della convalida del fermo e che Diletta si decida a uscire dal silenzio per raccontare la sua versione dei fatti, qualche risposta arriverà nelle prossime ore dai risultati dell'autopsia sul cadavere di Maria Angela Sarto, affidata all'anatomopatologo Rafi El Mazloum, dell'Istituto di medicina legale dell'Università di Padova.