Padova nel Dogon, apre al pubblico la mostra a Palazzo della Ragione

Venerdì 14 maggio l’inaugurazione dell’esposizione dedicata all’associazione di volontariato padovana impegnata in Mali con sculture e oggetti d’uso della popolazione africana

L'interno di Palazzo della Ragione a Padova

L'interno di Palazzo della Ragione a Padova

Padova, 13 maggio 2021 – Si terrà domani, alle 17.30, ma solo su invito, l’inaugurazione della mostra “Padova nel Dogon. Il Dogon a Padova”, che da sabato sarà invece pienamente aperta al pubblico e visitabile a Palazzo della Ragione fino al 30 giugno. Si conclude così, con questo evento, l’anno di Padova Capitale europea del volontariato.

Una “doppia” mostra sul Dogon

L’esposizione corre lungo due chiavi di lettura: da un lato la storia di Progetto Dogon Odv, l’associazione di volontariato padovana che da oltre 15 anni aiuta la popolazione Dogon nel Mali, con il racconto dei numerosi interventi realizzati sul posto; dall’altro una rassegna, mai realizzata prima, di sculture e oggetti d’uso tipici dell’antichissima cultura del popolo Dogon.

Una “doppia” mostra, dunque, che “vuole dunque essere un momento di riflessione e di consapevolezza, unendo insieme cultura, solidarietà e volontariato e si rivolge in particolare, anche con incontri specifici, alle nuove generazioni e al mondo scolastico”, spiega in una nota il Comune di Padova, che ha concesso il patrocinio all’evento, realizzato in collaborazione con gli assessorati alla Cultura e alle Politiche Educative e Scolastiche dell’Ente.

Menè racconta l’impegno in Mali

“Aiutare gli africani ‘a casa loro’, al di là di ogni strumentale interpretazione di una definizione recentemente abusata, è stato l’obiettivo concreto di un inizialmente piccolo gruppo di padovani – racconta Paolo Menè, presidente di Progetto Dogon – che, poi costituitosi in Onlus nel 2009, hanno voluto operare concretamente nella regione del Dogon, particolarissimo territorio del Mali, dopo drammatiche esperienze dirette che ne avevano evidenziato la difficilissima situazione sanitaria in cui versavano e versano quelle popolazioni e in particolare l’infanzia”.

“L’Africa è tanto grande – commenta invece Elio Armano, curatore e ideatore della mostra – quanto la sua rimozione, come se ignorarne l’esistenza potesse servire all’egoismo introflesso e irresponsabile dell’Occidente che sul rifiuto degli immigrati come sulla negazione dei mutamenti climatici e dell’universalità delle vaccinazioni, pare continui a fondare le proprie inutili e falsamente comode certezze”.

Armano spiega la genesi della mostra

“Anche se qui parliamo di scultura, va detto con chiarezza che, per essere davvero compresa e ‘aiutata’, l’Africa ha bisogno di uno sguardo lungo, che niente ha a che fare con un atteggiamento caritatevole o assistenzialistico, men che mai di tipo turistico, da parte di coloro che la attraversano nella sua sterminata grandezza, varietà e complessità, una parte di mondo che pesa e peserà sempre di più, e non solo per i fenomeni inesorabilmente in atto, ma per lo sviluppo complessivo del suo stesso futuro”, aggiunge.

“Questa è, essenzialmente, la motivazione della mostra nel Palazzo della Ragione – conclude Armano –, fortunosamente preparata durante la pandemia e venuta ad essere momento conclusivo di Padova Capitale europea del volontariato: una sorta di dichiarato senso di impotenza e dei propri limiti, che consapevolmente ha animato e anima l’attività più che decennale di una Onlus nata a Padova quasi occasionalmente ancora nel 2005 e formalizzata nel 2009”.