Padova, inchiesta sui test rapidi per il Covid. Zaia: “Fiducia a Flor”

L’ipotesi sulla quale si sta procedendo è frode in pubbliche forniture. Sentito anche il microbiologo Crisanti come persona informata sui fatti. Il dg veneto alla sanità, Flor: “Non sono coinvolto”

Test rapidi Covid

Test rapidi Covid

Padova, 28 aprile 2021 - La Procura di Padova ha aperto un'inchiesta per verificare se i test rapidi per il Covid siano affidabili, ovvero se siano in grado di rispettare le prestazioni diagnostiche promesse delle aziende farmaceutiche. 

Secondo quanto appreso dal Corriere del Veneto, l’ipotesi di reato sulla quale si sta procedendo è frode in pubbliche forniture. L'apertura del fascicolo, affidato al pm Benedetto Roberti, risalirebbe ad alcune settimane fa e sarebbero già state sentite alcune persone informate sui fatti.

La polemica

Proprio sulla precisione dei test antigenici (di prima e seconda generazione) nel rilevare il Covid-19, e sulla loro comparabilità con i molecolari, è in corso da mesi una dura polemica tra il professor Andrea Crisanti, autore di uno studio che ne mette in dubbio l'efficacia, e la Regione Veneto, che ha largamente utilizzato i tamponi 'rapidi’. Il microbiologo dell'Università di Padova sarebbe tra le persone già ascoltate dagli investigatori. 

L'ipotesi da verificare, in sostanza, è se i test rapidi possano aver dato una percentuale di falsi negativi più alta di quella promessa, favorendo la circolazione di soggetti, soprattutto nelle Rsa, che in realtà potevano non essere negativi al virus. 

Una tesi rilanciata anche dall'ultima puntata di Report, andata in onda su RaiTre, con un fuori onda nel quale il direttore della Sanità veneta, Luciano Flor, ammetterebbe di avere in sostanza nascosto lo studio di Crisanti, per timore di ripercussioni giudiziarie da parte dell'azienda che produce i test rapidi. 

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Zaia: "Nessuno toglie fiducia a Flor"

Nel corso dell’odierna conferenza stampa nella quale è stata comunicato il bollettino Covid, il presidente del Veneto Luca Zaia è stato incalzato sulla vicenda difendendo l'operato del suo direttore sanitario: “Nessuno ha mai tolto la fiducia al dottor Flor – ha dichiarato -. Mi pare che ieri, più che chiarire, abbia spiegato. Lui ha la documentazione in mano e sa che interlocuzioni ha avuto. Penso che gli debba riconoscere rettitudine. Però da qui al fatto che passi l'idea che la gente muore e noi ce ne stra-freghiamo di tutto, questo no".

Il governatore ha escluso anche la possibilità di presentare querele al programma di Rai 3: “Ma no. ‘Male non fare, paura non avere'.Ne abbiamo parlato tanto, si è voluto creare il caso ed è da mesi che si trascina. Noi abbiamo il massimo rispetto di tutti. Voglio solo ricordare - ha aggiunto - che noi, tra le Regioni più colpite dal Covid, siamo quella con la più bassa mortalità e a livello nazionale siamo l'ottava Regione per mortalità".

 

Il dg della Sanità veneta: "Non sono coinvolto"

Dopo aver già respinto ogni addebito riguardante il servizio di Report nella conferenza stampa di ieri, il direttore generale della Sanità veneta Luciano Flor è intervenuto anche oggi commentando l'avvio dell'inchiesta della Procura: "Non sapevo, non so e non sono coinvolto – ha detto -. Non vedo di cosa preoccuparmi, i test rapidi sono stati distribuiti anche dal Governo. Nel momento in cui abbiamo iniziato ad usarli erano l'unica alternativa al test molecolare che, oggettivamente, per via dei reagenti da reperire e delle macchine, aveva dei limiti. I rapidi sono stati un di più rispetto ai molecolari, che comunque non abbiamo mai smesso di fare".