Università di Padova, leucemia infantile: uno studio ne spiega il meccanismo

Lo studio internazionale è stato condotto su 122 pazienti, i risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Blood

La professoressa Stefania Bortoluzzi

La professoressa Stefania Bortoluzzi

Padova, 15 giugno 2021- Scoperti nuovi fattori alla base della leucemia acuta dei bambini, uno studio internazionale ha messo a fuoco il meccanismo della proliferazione cellulare che rende aggressiva la malattia. Covid, forme gravi e mortali legate a carenza di cellule staminali e a iperglicemia

Ruolo fondamentale giocato da due elementi – microRNA 497/195 e i geni CDKN2A/B – la loro perdita concomitante accelera la moltiplicazione delle cellule lasciando a “briglie sciolte” il tumore. È il risultato di uno studio, durato oltre cinque anni, condotto da un gruppo internazionale di ricercatori dell’Università tedesca di Ulm e dell’Università di Padova. La ricerca è stata pubblicata sulla prestigiosa rivista Blood.

 “Abbiamo dimostrato che un aumento dell’espressione di miR-497/195 è in grado di contrastare l'attività di CDK4, un gene chiave per il controllo del ciclo cellulare e quindi di ostacolare la proliferazione delle cellule tumorali nei pazienti”, spiega Stefania Bortoluzzi del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova.

 Il team ha scoperto che “la concomitante perdita di CDKN2A/B e microRNA-497/195 lascia ‘briglie sciolte’ alla crescita delle cellule tumorali, rappresentando un rilevante fattore prognostico negativo, e soprattutto un potenziale nuovo bersaglio per la terapia, continua la professoressa Bortoluzzi.

Lo studio: cellule sotto osservazione

 La ricerca è partita dall’osservazione che le cellule leucemiche erano in grado di attecchire e crescere nel modello murino in modo tanto più efficace quanto il paziente presentava alta probabilità di precoce ricaduta dopo la terapia

 “Una lunga serie di esperimenti funzionali in vitro e in vivo ha dimostrato che questi microRNA regolano la crescita delle cellule maligne, indicando processi cellulari che possono essere bersaglio di trattamenti farmaceutici" racconta la dottoressa Elena Boldrin, che ha svolto la maggior parte delle ricerche durante il suo percorso di dottorato svolto in co-tutela tra il PhD in Molecular Medicine di Ulm, sotto la supervisione del Prof. Lueder Meyer, e il Dottorato in Bioscienze di Padova, con la Prof.ssa Bortoluzzi.

Lo studio, pubblicato con il titolo “MicroRNA-497/195 is tumor-suppressive and cooperates with CDKN2A/B in pediatric acute lymphoblastic leukemia”.

I risultati sono stati confermati dai campioni ottenuti da due gruppi indipendenti, di 70 e 52 pazienti, raccolti dai consorzi internazionali che studiano le leucemie.