Neonati morti, Chiara Petrolini in carcere? “Ecco perché gli arresti domiciliari non bastano”

La procura di Parma ha presentato ricorso contro la decisione del Gip: “Il buon esito e l’efficacia della misura non possono essere affidati ai genitori che non si erano accorti di nulla”

Parma, 1 ottobre 2024 – La procura di Parma chiede il carcere per Chiara Petrolini, la 22enne accusata nel caso dei neonati sepolti a Traversetolo. In particolare, a guidare il ricorso contro la decisione del Gip di porre la giovane agli arresti domiciliari, è l’accusa relativa al primo bambino ritrovato, il secondogenito nato il 7 agosto 2024. Nei suoi confronti, Petrolini è indiziata per occultamento di cadavere (e non di soppressione, di cui è incriminata per il primogenito partorito nel 2023). In pratica, la poca profondità della buca divenuta la sua tomba, è uno degli indizi che non lascerebbe indicare che la ragazza volesse nascondere il corpicino per sempre. Ma appunto, la Procura non ci sta.

Tutte le tappe del caso: dalle gravidanze nascoste agli arresti domiciliari

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Chiara Petrolini è accusata di omicidio volontario aggravato, occultamento e soppressione di cadavere

Ma perché gli arresti domiciliari non bastano? Per il procuratore Alfonso D’Avino, citato dalla Gazzetta di Parma, il divieto assoluto di contatti con chi è fuori dalla ristretta cerchia famigliare non è sufficiente: “Il buon esito e l’efficacia della misura non possono essere affidati a quegli stessi genitori che mai di nulla si erano accorti di ciò che avveniva in casa propria”.

Ad esprimersi ora dovrà essere il tribunale di Bologna, che è ora in attesa di fissare un’udienza in camera di consiglio. Dovrà esprimersi entro 20 giorni, fornendo le motivazioni entro 30. Un grande ostacolo per la richiesta della procura parmense è rappresentato dal fatto che, per giustificare una custodia cautelare in carcere, è necessario un rischio di reiterazione del reato.

++ Neonati morti, Chiara Petrolini non risponde al Gip ++
Chiara Petrolini esce dalla Procura dopo l’interrogatorio (Ansa/Luca Amedeo Bizzarri)

Ma è difficile immaginare che Petrolini resti incinta mentre è chiusa in casa. Ma anche per questo cavillo, il procuratore D’Avino ha una risposta: è verosimile che la ragazza “non abbia remore ad affrontare in modo analogo nuovi ostacoli al suo vivere serenamente e che trovi insopportabili, a punto tale da farle usare la forza a chi vi si frapponga”. D’altronde, D’Avino non usa mezzi termini: è “cinica” e “bugiarda”. Insomma, per la Procura non è fondamentale che Chiara resti incinta per farle ripetere dei resti: ‘basterebbero’ altri eventi ritenuti ‘incidenti di percorso’ in una vita serena. Un pensiero che riprende le parole dell’ex fidanzato Samuel, che alle Iene ha raccontato di come la 22enne volesse che la sua vita fosse sempre sotto controllo.

In ogni caso, qualora i giudici del capoluogo regionale accogliessero le istanze del ricorso, i difensori di Petrolini potrebbero comunque rivolgersi alla Cassazione. E nel frattempo, resterebbe agli arresti in quell’appartamento a Parma in cui alloggia con la famiglia dall’inizio del caso.