Parma, 30 settembre 2024 – Chiara Petrolini, la 22enne al centro del caso dei neonati sepolti a Traversetolo, potrebbe andare in carcere. A stabilirlo sarà l’esito del ricorso presentato dalla procura di Parma contro l’ordinanza del giudice per le indagini preliminari che ha disposto gli arresti domiciliari.
Il fulcro della questione nasce dal respingimento, da parte del Gip, dell’accusa di soppressione di cadavere per il primo bambino ritrovato nel giardino della villetta di Traversetolo, ritenendo piuttosto quella ‘meno grave’ di occultamento di cadavere. La differenza tra i due reati sta nel fatto che l’occultamento consiste nel nascondimento temporaneo del corpo, mentre la soppressione è guidata dal desiderio di far sparire per sempre il cadavere. All’infuori di ciò, permangono le accuse di omicidio volontario aggravato per il primo bimbo ritrovato e di soppressione di cadavere per il secondo.
Impossibile, almeno per il momento, parlare di omicidio per quanto riguarda il primogenito. Lo stato di decomposizione del corpo è così avanzato che è possibile risalire esclusivamente ad eventuali lesioni allo scheletro. Ma ciò potrebbe non essere sufficiente a definire una causa di morte, specie se, come nel caso del fratellino nato ad agosto, si è trattato di uno choc emorragico dovuto al mancato blocco del cordone ombelicale dopo la recisione.
Nei primi interrogatori, Petrolini ha dichiarato che sarebbe stata disposta a diventare mamma, ma tale assunto è stato messo in discussione dalle ricerche web effettuate nelle settimane della seconda gravidanza.
Al momento, Chiara Petrolini, unica indagata, rimane agli arresti domiciliari. Durante l’interrogatorio di garanzia di giovedì scorso ha deciso di non rispondere alle domande del Gip, ma il suo legale, Nicola Tria, non esclude delle nuove dichiarazioni della ragazza nel prossimo futuro.