Parma, 17 novembre 2021 - Big data contro le frane. Il ricorso a modelli predittivi del rischio idrogeologico ed in particolare delle frane in montagna è il cuore dell'accordo stretto oggi a Parma tra l'Università e il Consorzio della Bonifica Parmense.
'Slip' messo a punto da Lorella Montrasio
Un patto che punta a ridurre i rischi legati all'innesco delle frane, grazie all'uso delle ultime tecniche di eco-ingegneria per la stabilità dei pendii. In particolare sarà testato sul campo il cosiddetto modello "Slip" messo a punto dai ricercatori dell'Ateneo ducale coordinati dalla docente di Geotecnica Lorella Montrasio in collaborazione con la Protezione civile nazionale e la Regione Emilia-Romagna. Un sistema basato su modelli predittivi sviluppati sui big data e poi implementati a scala territoriale in piattaforme di monitoraggio in tempo reale. I risultati, adeguatamente comparati, dovrebbero così restituire un quadro chiaro di pericolosità (e rischio) legati all'innesco delle frane e associabili al fattore di sicurezza dei terreni.
Un modello per individuare interventi naturalistici di difesa del suolo
Il modello, inoltre fungerà da "bussola" per individuare gli interventi naturalistici più opportuni per la difesa del suolo. "Le potenzialità della modellazione, che ha un'elevata capacità predittiva delle frane indotte da poggia, la rendono un utile strumento di prevenzione a disposizione degli organi preposti alla tutela del territorio", spiega Montrasio. Parma, fiume Enza: conclusi i lavori di messa in sicurezza "L'attività che verrà sviluppata in cooperazione con il consorzio della Bonifica parmense, oltre a costruire un'ulteriore occasione di 'test' per rendere operativo in fase di allerta il modello a scala territoriale, permetterà di compiere un concreto passo avanti nella prevenzione mediante l'affinamento della modellazione e la sperimentazione in varie grandezze". "Pericolo frane e dissesti, serve una mappatura"
Lotta al dissesto idrogeologico e ai cambiamenti climatici
La ricerca condotta in Università "può mettere le proprie competenze e le proprie acquisizioni a disposizione del territorio, che può trarne benefici concreti in un settore, quello del dissesto idrogeologico, che purtroppo affligge le nostre aree montane", dice il rettore Paolo Andrei. Università Parma, il nobel Parisi consegna premio Iapichino a Cristiana De Filippis
"Nello stesso tempo, dal territorio la ricerca può trarre indicazioni importanti per affinarsi e migliorarsi ulteriormente. Tutto questo attiene a sostenibilità, rispetto dell'ambiente e riduzione dell'impatto dei cambiamenti climatici: tre vere sfide del nostro tempo". Francesca Mantelli, presidente del consorzio di Bonifica commenta: "Siamo lieti di contribuire allo sviluppo di questo importante progetto che ci permetterà di agire con capillari strumenti di prevenzione".