Parma, 2 giugno 2021 – Il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Parma ha vinto la seconda edizione del bando “Roche per i servizi a supporto di soluzioni innovative per la sclerosi multipla” e si è aggiudicato un premio economico da 25mila euro che sarà destinato al miglioramento di strutture, percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali per le persone affette da questa malattia degenerativa.
Ad aggiudicarsi il finanziamento è stato il progetto “Brain Training-Cervello in Forma” di Franco Granella, ricercatore dell’ateneo e responsabile da quasi 20 anni del Centro Sclerosi Multipla dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
La finalità del progetto vincitore
Il progetto propone l’implementazione di una nuova sezione dedicata alla valutazione e al trattamento di disturbi cognitivi all’interno del Centro Sclerosi Multipla, andando così a implementare la pratica medica già svolta.
“La sclerosi multipla, oltre a disabilità fisica, causa spesso deficit cognitivi che riducono notevolmente la qualità della vita a livello sociale, familiare e lavorativo – spiega l’Università in una nota –. Basti pensare che il primo motivo per cui vengono licenziate le persone affette da sclerosi multipla non è la disabilità fisica, ma sono i disturbi cognitivi”.
“Purtroppo – aggiunge l’ateneo – non esistono farmaci specifici per il trattamento di questi disturbi: la terapia più efficace è la riabilitazione cognitiva, che, per motivi di mancanza di personale esperto e di tempo, è proposta da pochissimi centri in Italia”.
Bussolati: “Importante riconoscimento”
Grazie a questo progetto sarà dunque creato per ogni paziente un percorso di screening, follow-up e trattamento da integrare alla pratica clinica di routine e sarà svolta un’indagine approfondita non solo delle capacità cognitive, ma anche degli aspetti socio-economici che esse influenzano.
“Esprimo un particolare compiacimento per l’attribuzione del finanziamento al progetto presentato dal prof. Granella”, dichiara Ovidio Bussolati, direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’ateneo parmigiano.
“Si tratta di un importante riconoscimento all’impegno di un ricercatore clinico impegnato da anni, con grande competenza, in questo settore – conclude –. Soprattutto, è un concreto aiuto allo sviluppo di un approccio terapeutico su un aspetto importante di una patologia di grande rilevo sociale”.