Parma, ‘Il trionfo del Tempo e del Disinganno’ all’abbazia Evangelista

Il complesso benedettino ospiterà il 26 e il 28 giugno la produzione scenica dell’oratorio di Georg Friedrich Händel, nell’ambito di Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21

L'abbazia di San Giovanni Evangelista

An external view of the church of San Giovanni Evangelista in Parma, Italy, 16 February 2018. Italian Culture Minister Dario Franceschini announced Friday that Parma will be the Italian capital of culture in 2020. A jury said the northern city was "a virtuous and extremely high-quality example of local culturally based planning". ANSA/ELISABETTA BARACCHI

Parma, 3 Giugno 2021 – La musica di Händel in Abazia, San Giovanni Evangelista dà il via a una due giorni con l’orchestra ‘Europa Galante’. Il 26 e il 28 giugno debutta la nuova produzione in forma scenica dell’oratorio ‘Il trionfo del Tempo e del Disinganno’ del compositore Georg Friedrich Händel su libretto del cardinale Benedetto Pamphilj. Lo spettacolo rientra nelle iniziative a tema per Parma Capitale Italiana della Cultura 2020+21.

L’orchestra e la regia

A dirigere l’orchestra ‘Europa Galante’ sarà il suo fondatore Fabio Biondi, insieme ai solisti Francesco Marsiglia, Francesca Lombardi Mazzulli, Vivica Genaux e Arianna Rinaldi. La produzione, realizzata dalla fondazione Teatro Due, è firmata per la regia teatrale da Walter Le Moli con l'impianto scenico curato da Tiziano Santi, le luci di Claudio Coloretti e i costumi di Gabriele Mayer. Si tratta di un allestimento concepito appositamente per esaltare gli spazi dell'Abbazia parmense.

Il poemetto diventato un oratorio

Il Trionfo del Tempo e del Disinganno’ si inserisce nella ricchissima produzione poetica, pittorica, musicale e teatrale che attraversa tutti i secoli: il cardinal Pamphilj lo scrisse indagando sul contrasto tra ‘tempo’ e ‘bellezza’ cui affiancava rispettivamentedisinganno’ e ‘piacere’ - loro conseguenti effetti – sviluppando così con eleganza la complessità teologica dell'argomento, non ignaro delle umane debolezze.

Il poemetto venne affidato a un giovanissimo Händel che lo musicò in forma di oratorio, mentre si trovava a Roma. La scelta di drammatizzare l'oratorio, che in realtà è tradizionalmente solo un cantato, permise all’allora ventiduenne compositore di superare la dimensione puramente recitativa in favore di quella rappresentativa. Questo gli ha permesso di consegnare, con un'operazione innovativa per la stessa storia del teatro e della musica, la rivisitazione di un tema che da sempre ha ossessionato l'essere umano.

Per saperne di più o per approfondire le problematiche sollevate dall'oratorio di Händel, oltre ad andare a vedere la sua rappresentazione scenica, il 27 giugno alle 17.30 – in mezzo alle date dei due spettacolisi potrà partecipare alla conversazione a tema sull’oratorio alla Biblioteca dell'Abbazia con Fabio Biondi, Walter Le Moli, Luca Della Libera e Lorenzo Montenz.