Università Parma, in sei anni oltre 60 progetti europei di ricerca e innovazione

L’ateneo cittadino, in vista degli “European Research & Innovation Days 2021” del 23 e 24 giugno, rende omaggio ai lavori presentati tra il 2014 e il 2020 dai suoi dipartimenti

Ricercatori al lavoro

Ricercatori al lavoro

Parma, 22 giugno 2021 – L’Università di Parma, negli ultimi sei anni, ha partecipato – o in qualità di coordinatore o di partner – a più di 60 progetti di ricerca e innovazione in ambito europeo. E, in occasione degli “European Research & Innovation Days 2021”, in programma tra domani e dopodomani, l’ateneo ha deciso di rendere omaggio ai team di ricercatori parmigiano ricordandone l’importante lavoro svolto.

Oltre 60 progetti in diversi ambiti dal 2014 al 2020

Si tratta di progetti di ricerca a cui hanno contribuito attivamente tutti i nove dipartimenti dell’ateneo e che riguardano la cura del cancro, il funzionamento del cervello e del comportamento umano, il miglioramento della produzione alimentare, la decarbonizzazione dell’aviazione, l’agricoltura sostenibile, i sistemi giudiziari, l’integrazione, le donne vittima di violenza e molti altri temi.

In tutto, come detto, sono oltre 60: “Una cifra che dà già da sola l’idea dell’impegno e della produttività dell’ateneo in un settore, quello della ricerca europea intesa sia come comunità di ricercatori in dialogo e collaborazione sia come opportunità di finanziamento, che sta alla base della crescita economica e sociale del nostro continente”, si legge in una nota.

Fornari: “Nostra ricerca sempre più produttiva”

“L’Università di Parma – commenta il prorettore alla Ricerca, Roberto Fornari – è fortemente intenzionata a rafforzare la propria partecipazione al futuro programma Horizon Europe. Al di là di interessi meramente economici, la progettualità in ambito europeo ha un suo valore intrinseco”.

“Innanzitutto – spiega – perché promuove scambi culturali e scientifici, accresce la mobilità e attiva un positivo confronto fra gli attori della ricerca nazionale e i corrispondenti nei diversi Stati dell’Unione Europea, favorisce una sana competizione garantendo al tempo stesso complementarità di competenze e infrastrutture”.

“Misurandosi sul piano europeo, i nostri ricercatori di qualsiasi ambito, umanistico, scientifico o tecnologico, acquisiscono nuove conoscenze, visibilità, amicizie, che li arricchiscono e rendono la loro ricerca sempre più produttiva, anche a beneficio del nostro ateneo e della società”, conclude Fornari.