{{IMG_SX}}Pesaro, 9 luglio 2007 - E’ uscito dal porto istriano di Rovigno venerdì 6 luglio scorso alle ore 23,56 ed è entrato in quello di Pesaro sabato 7 luglio alle ore 21,52. E’ uscito dal porto di Rovigno che pesava 77 chili ed è entrato in quello di Pesaro che ne pesava 70.

 

In mezzo ci sono state 85 miglia marine (circa 160 chilometri) di mare Adriatico, percorse con il suo kayak spinto a forza di braccia da circa 168.000 pagaiate. Francesco Furiassi, 24 anni da compiere, giovane e possente atleta pesarese questa volta ce l’ha fatta: per 21 ore filate ha pagaiato, nutrendosi di kiwi, banane, panini col prosciutto e merendine e bevendo sali minerali e succhi di frutta. La partenza da Rovigno è stata durissima: il buio, il mare con onde sopra il metro e il vento sopra i 16 nodi che soffiava contro.

 

L’arrivo a Pesaro non è stato migliore: a un chilometro dalla costa gli si sono bloccati schiena e addominali e le braccia non gli si piegavano più. E in mezzo fatica e crisi. Adesso che è qui, ancora indolenzito, col viso scavato e gli occhi un po’ scavati, Alessandro confessa: "Le crisi sono state tante, per 45 miglia ho avuto il vento contro, credevo che mi sarei divertito almeno un po’ e invece è stata solamente dura". Così dura che quando è arrivato alla banchina pesarese lo hanno dovuto tirare fuori di peso dal kayak.



Venerdì sera, dopo aver consegnato alla giunta comunale di Rovigno 'Amare l’Adriatico' il papiro di Legambiente di cui è testimonial, e il certificato del 'Kayak in Adriatico tutto d’unfiato' Furiassi si è messo in mare per stabilire quello che è certamente il record europeo di distanza percorsa con quel tipo d’imbarcazione A certificare l’impresa per il Coni e per il Guinness dei primati sarà il notaio pesarese Luigi Ragazzini.

 

Ai fini dell’omologazione tutta la traversata di Furiassi è stata seguita dalla barca appoggio 'Celebes', un 45 piedi a vela, con a bordo il comandante Rodolfo Cappellini, il vicecomandante Simone Volpini, Giovanni Dallago e Francesco Gasparini. ''Che doveva farmi da cuoco, ma invece non ho mangiato nulla di preparato per colpa del mare grosso", dice Francesco. Le regole per l’omologazione prevedevano che potesse fermarsi per non più di otto minuti ogni 34 miglia percorse. Ora Francesco ha due cose da dire. La prima a Massimo Seri, presidente della Compagnia dello sport: "Grazie, senza di te non avrei potuto fare quello che ho fatto". La seconda ai ragazzi come lui: "Se nella vita avete un sogno di qualunque tipo, vivetelo, provate a realizzarlo, l’importante non è riuscire ma provare".