{{IMG_SX}}Pesaro, 11 ottobre 2007 - Nella provincia di Pesaro e Urbino la vittoria del sì al referendum è nettissima: il 90 per cento dei lavoratori, lavoratrici e pensionati si è espresso favorevolmente all’ipotesi di accordo sottoscritta a luglio da governo e parti sociali.

La partecipazione al voto è stata molto alta. Hanno votato 33.569 persone, superando l’obiettivo di 31.000 voti nel referendum del 1995. Hanno votato 20.740 lavoratori attivi e 12.829 pensionati. I si sono stati 29.775 pari al 90 per cento. I no sono stati 3351, pari al 10 per cento. 442 in totale le schede bianche e nulle. Il sì vince ampiamente anche nella categoria dei metalmeccanici con il 77,1 per cento.

Ecco le percentuali in alcune aziende più signifative nel territorio provinciale: Iperossini ( 97,3 % ), Ipercoop (77,39) Snam progetti ( 79,7) Febal (94,4), Scavolini (80,6), Berloni (90,4), Imab (97,1), Pica (93,7), Azimut (96,9), Sant'Andrea (99,1), Benelli Armi (73,8), Enel (73,2), Ami trasporti (78%), Benelli moto (94,1), Biesse (96,2), Rivacold (98,2), Università di Urbino (85%), San Salvatore (92%), Poste Italiane (91,7), Comune di Pesaro (80,1), Asur Urbino (90,3).
Il no prevale invece alla Scm group (56,4), Aspes multiservizi (55,8), Baioni (83,2).



“Un risultato importante che conferma una tradizione di partecipazione e la maturità democratica dei lavoratori della nostra provincia - afferma Roberto Ghiselli segretario generale CGIL provinciale -. Un voto che premia la confederalità, unendo tutti i settori e tutte le generazioni in un giudizio positivo così marcato. E’ un risultato che ora va usato bene, per difendere e far approvare il Protocollo in Parlamento ma anche per rilanciare l’iniziativa del sindacato su altri importanti obiettivi ad iniziare dalla crescita dei redditi da lavoro. In questo modo sarà possibile dare ulteriori risposte alle condizioni di disagio che comunque permangono tra la gente che rappresentiamo”.

“Non si può non essere soddisfatti per l’esito della consultazione - ha commentato Sauro Rossi segretario generale Cisl provinciale - . Da un lato perché è stato premiato lo sforzo organizzativo volto a facilitare l’informazione da tutte le categorie sindacali, ma, soprattutto perché lavoratori e pensionati hanno mostrato di aver compreso che con l’accordo del 23 luglio si è intrapreso un cammino incoraggiante per affermare anche nel nostro paese politiche redistributive che migliorino le disponibilità di reddito di larghe fasce della popolazione e inoltre si sia data attenzione alle esigenze dei soggetti più deboli del mercato del lavoro. Alla base di questa impostazione c’è la convinzione che lo sviluppo sia pienamente compatibile con l’aumento delle tutele per lavoratori e pensionati”.

Dello stesso parere anche Riccardo Morbidelli, segretario Uil: “Credo che i numeri si commentino da soli, allontanando qualsiasi dubbio dalle offensive insinuazioni che anche nella nostra provincia avevano trovato isolati sostenitori. I lavoratori hanno compreso che aldilà degli specifici contenuti questo accordo rimette al centro ‘il mondo del lavoro dipendente’ nell’agenda della politica. Questo accordo non è un punto di arrivo ma un punto di ripartenza sul quale dovremo costruire uno sforzo per creare una rete di nuove certezze sia economiche che giuridiche per chi vive esclusivamente del proprio reddito da lavoro. Siamo veramente felici. Un grazie a tutti i lavoratori le lavoratrici e i pensionati”.