{{IMG_SX}}Pesaro, 13 agosto 2008 - E’ a casa dei genitori. Agli arresti per omicidio colposo. Non parla, spesso piange. Guarda fuori dalla finestra, gira per le stanze, torna e si sdraia nel letto della sua camera. Sa di non poter uscire. Se lo facesse, finirebbe in carcere poco dopo. I genitori, padre autotrasportatore, la madre casalinga, dicono agli amici più cari che non sapevano molte verità su loro figlio.

 

A cominciare dalla patente. Erano certi che l’avesse conseguita. Invece non era così. Nicola Ferrarini, 23 anni, celibe, operaio, residente a Padiglione di Tavullia, è il ragazzo alla guida della Lancia Y (che guidava da almeno 4 mesi senza aver mai preso la patente) schiantatasi la notte del 27 luglio scorso lungo la strada provinciale che da Tavullia scende a San Giovanni in Marignano.

 

Un incidente costato la vita a due amici di Nicola, Mattia Donini di 19 anni e Mattia Ferri di 20, entrambi residenti a Montecchio, che sedevano nella Y. Quando i carabinieri hanno sottoposto il 23enne al test dell’alcool hanno avuto una risposta che non ammetteva dubbi: 2,25 quando la massima concentrazione di alcool nel sangue ammessa è pari a 0,50. Dopo il ricovero ospedaliero per le varie ferite riportate nello scontro, Nicola è tornato a casa sapendo di dover dare delle spiegazioni al magistrato che indaga sull’incidente.

 

Ma la gravità delle circostanze, guidare ubriaco e senza patente, hanno spinto il sostituto procuratore Monica Garulli a chiedere gli arresti per il giovane per evitare che possa reiterare i reati di cui è accusato. I tre amici erano di ritorno quella notte da una cena per poi decidere di andare in discoteca, al Malindi di Cattolica, dove sono stati consumati altri alcolici. Ferrarini non aveva consumato droghe benché ci fosse inizialmente questo sospetto essendo uscito da poco da un periodo di disintossicazione.

 

Racconta un testimone di quell’incidente: ''A un certo punto Nicola ha accelerato - ha raccontato Alessio Crollini, l’altro superstite del gruppo, 19 anni, ora trasferito dall’ospedale di Riccione a Cesena per l’intervento ad un’anca - abbiamo sorpassato l’auto di due nostre amiche, percorso 500 metri circa, poi non ricordo più nulla''. Spiega il sindaco di Tavullia Bruno del Moro: ''Sono sconcertato dalla notizia che questo ragazzo, oltre che ubriaco, non avesse nemmeno la patente. Mi chiedo come si può giustificare un fatto di questa gravità? I genitori cosa dicono, come hanno permesso che loro figlio potesse prendere la macchina per quattro o cinque mesi guidandola giorno e notte senza patente? A meno che non si fossero interessati di sapere se avesse preso o meno la patente?''

 

La Lancia Y aveva l’assicurazione intestata al 23enne così come il libretto della vettura è stato regolarmente rilasciato al giovane. Nessuno si è posto il problema, né la legge impone di farlo, di chiedergli la patente. La difesa è stata affidata allo studio legale Alessi-Pratelli di Pesaro.