Pesaro, arriva il CaterRaduno 2022. "Un consiglio? Non perdetevi Don Ciotti"

Domani il via alla kermesse, che si trasferisce da Senigallia. Massimo Cirri, uno dei conduttori: "La nostra comunità mi stupisce da 25 anni"

Massimo Cirri fa un appello: "Prestatemi un carrellino per il mio cane Zam"

Massimo Cirri fa un appello: "Prestatemi un carrellino per il mio cane Zam"

Pesaro, 29 giugno 2022 - Il CaterRaduno sbarca domani in città con il suo cartellone di proposte fuori dagli schemi. Ma cosa si aspettano i conduttori di Caterpillar, uno dei programmi radiofonici più celebri dell’etere, tanto da trascinarsi dietro un popolo variegato ed entusiasta? Lo abbiamo chiesto a uno di loro, Massimo Cirri. "Piacevolezza e distensione, una conferma dell’antipasto assaggiato l’anno scorso per un giorno, quando il CaterRaduno si era preso una pausa. Pesaro ospita tantissimi eventi, ed è l’emblema di una città che pur non essendo né Venezia nè Firenze, e nemmeno Milano, ha una vivacità culturale bellissima, con un sindaco che inaugura qualsiasi cosa".

CaterRaduno 2022 a Pesaro: il programma

Come definire chi è il popolo che per seguire il carrozzone del CaterRaduno prende persino le ferie?

"E’ una domanda che mi faccio da 25 anni e non ho ancora trovato una risposta. Sono persone che nella vita fanno le cose più disparate, ma sentono un senso di appartenenza e si riconoscono in questo incrocio fra intrattenimento leggero e innervature su un tessuto di tensione etica. Delle belle persone dalla cultura umana alta… sicuramente più dei conduttori!".

Se dovesse dare una dritta alla partecipazione, cosa consiglierebbe?

"Non perdetevi Don Ciotti, perché dice cose sempre alte e stimolanti, che sanno stare accanto alle coscienze delle persone. Prima di lui ci sarà la cerimonia delle 100 batterie, un minuto di clamore, anziché di silenzio, per la legalità".

La pedalata della domenica sarà preceduta, sabato sera, da uno spettacolo teatrale sulle fughe: con quali contenuti?

"Racconteremo storie per sottrarsi alla banalità: fughe ciclistiche, con Pastonesi che propone quattro finali diversi per la sua storia che coinvolge un prete ed un ciclista, mentre io narrerò la fuga su un blindato per violare il muro di Berlino, ma ci sarà anche la vicenda di un gruppo di mucche in fuga, ridiventate selvagge sui monti della Liguria".

La città della bicicletta è al centro del raduno?

"Sì, nelle densità urbane le biciclette salvano la vita delle persone, ma anche i portafogli e il mondo. La metropolitana ce l’ha anche Brescia, ma la bicipolitana ce l’ha solo Pesaro. Le bici sono il simbolo del cambiamento intelligente e fra un po’ di anni, guardandoci indietro, ci chiederemo come facevamo a portare i figli a scuola in auto".

La partita solidale per l’Ucraina quali altri significati assume?

"Un’idea geniale che non è solo espressione di sport, ma di vita associativa. Io, per formazione, vengo dal mondo della sanità che ci dice come le sofferenze, sia fisiche che psicologiche, sono aggravate dalla solitudine. Le associazioni sportive tengono lontana la solitudine: questa è politica. Siamo stati tanto tempo da soli in casa, quindi ora abbiamo due alternative: o odiamo gli altri o ci tuffiamo in mezzo agli altri".

Massimo Cirri chiude con un appello personale...

"Per favore qualcuno mi presta per quattro giorni un carrellino da agganciare alla bici per trasportare il mio cane Zam? E’ un golden retriver di 34 kg, la cui espressione magari non esprime intelligenza, ma è tanto simpatico. Sarebbe felicissimo di seguirmi ovunque ma non ce la fa".