Francesco Mandelli al Teatro Sanzio di Urbino

Giovedì sera, alle 21, andrà in scena la performance scritta dal celebre drammaturgo Will Eno, 'Proprietà e atto'

Francesco Mandelli (Foto di Luca Del Pia)

Francesco Mandelli (Foto di Luca Del Pia)

Urbino, 4 febbraio 2019 - E' il più grande palcoscenico italiano per le esperienze dei linguaggi contemporanei. Giovedì 7 febbraio, alle 21, TeatrOltre, porterà in scena, al Teatro Sanzio di Urbino 'Proprietà e atto (esilio permanente)'monologo di Will Eno rappresentato per la prima volta in Italia da Francesco Mandelli  e diretto dalla regia di Leonardo Lidi, nella traduzione di Chiara Maria Baire.

Will Eno, celebre drammaturgo del teatro minimale americano, già finalista Pulitzer per la sezione Teatro con Thom Pain nel 2005, in 'Proprietà e atto', con ironia e sarcasmo – senza dimenticare le digressioni poetiche a cui la sua scrittura ci ha abituato - concentra la sua riflessione sulla vita come stato di esilio permanente. Lo spettacolo ha debuttato in prima esecuzione ad Edimburgo nel 2014, festival che acclamò al mondo il talento di Eno che già affermava come “Proprietà e atto è un monologo interpretato da un uomo che viene da una qualche parte imprecisata e che è arrivato qui. Nei suoi esilaranti e strazianti tentativi di comprendere se stesso e il mondo che gli è rimasto, o di comprendere noi e il mondo in cui è arrivato, getta una luce decisamente necessaria sulla nostra esperienza collettiva. Il tempo di esecuzione, se l’attore non muore o pensa ad altro, è di circa un’ora”. 

La rassegna è promossa dall’AMAT, dai Comuni di Pesaro, Urbino, Mondavio e San Costanzo e dalla Fondazione Teatro della Fortuna di Fano, con il contributo di Regione Marche e Mibac.

'Proprietà e atto (esilio permanente)' è idealmente un terzo tempo, dopo Thom Pain e Lady Grey di riflessione sull’esistenza e il valore del tempo nelle nostre vite. Il testo, attraverso un sinuoso scorrere di aneddoti e visioni particolari, parla del nostro essere “senza dimora” in questo mondo. Divaga sul significato e l’impronta che lasciano le parole nel vivere quotidiano, sul senso della memoria e sulla solitudine.

"La drammaturgia dell'opera consente un viaggio indagatore all’interno della figura e del termine “straniero” - sottolinea il regista della pièce, Leonardo Lidi - . Partendo dalla etimologia della parola, con lo stesso meccanismo grammaticale del protagonista, Will Eno permette una riflessione sullo stato d’animo di chi si definisce extra, ex, strano, ed estraneo, dipingendo un agente alieno piombato sul palcoscenico per ricordarci la nostra inadeguatezza”.La revisione del testo dello spettacolo è curata da Elena Battista, le luci sono di Stefano Valentini, l’illustrazione originale di Pietro Nicolaucich, la produzione dello spettacolo è di BAM Teatro e de La Corte Ospitale. Per informazioni 0722 2281.