Notte di San Lorenzo 2018, "Vi faccio vedere le stelle cadenti dalla mia casa sull’albero"

La casa ad Abbadia di Naro ha quattro piani, il più grande di 12 metri quadrati. Il 'concorso' di Francesca Maffei: "Porte aperte ai sognatori, inviate una mail"

Francesca, in uno dei piani della sua casa costruita da suo padre su una quercia secolare

Francesca, in uno dei piani della sua casa costruita da suo padre su una quercia secolare

Acqualagna (Pesaro Urbino), 8 agosto 2018 - «Altana di San Lorenzo». Nessun nome poteva essere più azzeccato per chi dopodomani ha previsto di andare a caccia di stelle cadenti per esprimere un desiderio. «L’Altana di San Lorenzo – spiega Francesca Maffei, 37 anni, residente ad Abbadia di Naro – è la casa sull’albero che mio padre Giampaolo ha costruito dietro al suo desiderio di bambino, al sogno d’infanzia di mia mamma Anna Maria dedicandola a noi, figli e nipoti». Incastonata perfettamente in una quercia secolare, alta una quincina di metri, la casa sull’albero ad Abbadia di Naro nel Comune di Acqualagna ha numeri e doti straordinarie: quattro piani, con il più grande da 12 metri quadrati che fa da belvedere e la vedetta, in cima, che spazia con la vista sull’orizzonte appenninico dal Montiego al Monte Nerone sopra Piobbico.

Notte di San Lorenzo 2018, quando e dove vedere le stelle cadenti

Tra questi livelli, altri due piani: quello con la saletta più piccola dotata di tavolino ricavato tra i rami e ancora sopra, la camera da letto, piccola e raccolta quanto una cabina di una barca, illuminata dai lucernari della vedetta. A guardare bene c’è più dell’essenziale: dal lavandino scavato in un grosso tronco servito da un rubinetto esce l’acqua; non manca la luce elettrica e nemmeno un agile servizio di carrucole per poter ricevere provviste dal basso con il classico cestino a cui ci hanno abituato gli illustratori delle favole. L’ingresso è sopraelevato e vi si arriva attraverso una scala che con una serie di contrappesi si alza a mezzasta.

Francesca Maffei e la sua casa sull'albero (foto di Solidea Vitali Rosati)
Francesca Maffei e la sua casa sull'albero (foto di Solidea Vitali Rosati)

Stelle cadenti (Ansa)
Stelle cadenti (Ansa)

In che senso? «Mio padre ha iniziato a costruire questa casa nel 2007 – continua Maffei – e nel giro di un anno, lavorando tutti i fine settimana ha vinto la sfida con se stesso, realizzando questo spazio magico. Oltre alla meraviglia però per noi figlie – Virginia, Francesca e Caterina – l’Altana rappresenta anche un messaggio di metodo che ci piacerebbe trasmettere».

Quale? «Giampaolo è un uomo di poche parole e molti fatti, ma questo non lo ha reso meno sognatore. L’Altana l’ha fatta anche perché da costruttore edile ne aveva le competenze, ma con il suo modo di fare ci ha insegnato che coltivare uno spazio ideale, un sogno, dà energia nella vita di tutti i giorni». Un bel messaggio... «Credo lo sia davvero – conclude Francesca –. Anche nell’Italia di oggi, fiaccata dalla lunga crisi e in cui si stenta a trovare soluzioni forti per la crescita e lo sviluppo. Magari guardando le stelle dopodomani si potrebbe proprio desiderare che l’Italia ritrovi la giusta rotta».

La casa sull'albero di Francesca Maffei illuminata
La casa sull'albero di Francesca Maffei illuminata

Allora l’invito è lanciato: quindici persone avranno l’occasione di visitare l’Altana di San Lorenzo. «A chi sarà selezionato tramite mail – conclude Francesca – trascorrerà la serata con noi, con un pic nic, stesi sul prato, sotto le stelle. I sogni saranno scritti su un foglio di carta, appesi a dei palloncini e inviati in cielo». Quando si chiede conto a Giampaolo Maffei, 60 anni, artefice dell’Altana di San Lorenzo, veramente si trova un signore dalle poche parole che sa andare dritto al punto. «Cosa vuole che le dica? – commenta Giampaolo –. La casa sull’albero è sempre stata un mio pallino: l’ho fatta da bambino con qualche tavola e molta fantasia. Poi si cresce, cercando di migliorarsi. L’Altana? Forse mi sono fatto prendere un po’ la mano». Ride. Ma la stoffa del sognatore c’è tutta: davanti alla scala ha appeso un grosso pezzo di legno inciso con la citazione del filosofo JJ Rosseau: «Ciò che si vede non è che la minima parte di ciò che si è».

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