Pesaro, 26 gennaio 2010 - Aveva 42 anni, casalinga, di Pesaro. E’ morta per emorragia cerebrale, ma non improvvisamente. Si è presentata al pronto soccorso del Sant’Orsola di Bologna per un forte mal di testa. Ha atteso alcune ore su una sedia prima che qualcuno la visitasse. Poi per altre 36 ore è stata ricoverata in Medicina, fino a quando è morta. L’intervento chirurgico per rimuovere il grumo di sangue non è stato fatto.

 

L’autopsia ha dimostrato che la donna aveva tre litri di sangue nel cranio. Si chiamava Emilia Bonse, madre di quattro figlie e moglie del campione del mondo di boxe nel ’98 categoria Ibf Mahenge Zulu, 44 anni, origine congolese, pesarese d’adozione, un grandissimo nome nel firmamento della boxe mondiale. Racconta Zulu, da vent’anni residente a Pesaro, a Villa San Martino, ancora incredulo per la tragedia che si è abbattuta sulla sua famiglia: "Mia moglie ha avuto i primi malori sabato 16 gennaio, nel pomeriggio".

 

"Eravamo andati a Bologna per partecipare ad una veglia di preghiera della chiesa Evangelica cui noi apparteniamo. Mia moglie ha cominciato a sentirsi male di sera. Aveva un forte mal di testa. Siamo andati in una farmacia per comprare qualcosa ma non ce l’hanno data perché non avevamo la ricetta. Allora siamo tornati in chiesa ma intorno alle sei di mattina abbiamo deciso di andare al pronto soccorso dell’ospedale Sant’Orsola perché mia moglie stava sempre peggio. Qui ci hanno detto di aspettare su una sedia".

 

"Passavano le ore e mia moglie stava male ma non era mai il nostro turno. Finalmente ci fanno entrare, la mettono in una stanzetta e le attaccano una flebo per calmare il dolore. Arriviamo a lunedì ma nessun medico ritiene che mia moglie debba essere operata o altro. La vedono camminare e questo basta evidentemente per tranquillizzarli. Passa così il lunedì e il dolore aumenta. Arriva il martedì, le fanno una Tac, accorgendosi che la situazione è molto grave. Cercano di togliere liquido ma ormai è troppo tardi. Quella notte mia moglie muore".

 

"Un medico, che ci ha visto tutti lì, io e le mie quattro figlie di 7, 19, 22 e 24 anni, si è dimostrato il più umano di tutti, commovendosi con noi. Ricordo che martedì mia moglie aveva gli occhi pieni di sangue. Io chiedevo ai medici perché, senza avere risposte. Le chiedo ancora".

 

E il primario del pronto soccorso del Sant’Orsola, Mario Cavazza, raggiunto al telefono dice: "E’ un fatto che non conosco minimamente. Cercherò di appurare che cosa sia successo e solo poi potrò dare una risposta". In serata, dal Policlinico bolognese fanno sapere che la donna "è stata assistita e sottoposta a tac alcune ore dopo il suo arrivo, con la scoperta del grumo di sangue alla testa. Di lì a poco le condizioni sono peggiorate inesorabilmente".