Pesaro, 30 agosto 2010 - IN BALIA di un mare (buio) forza 5, navigando alla cieca perché il radar era saltato, sbattuti da un vento a 35 nodi, e con onde «alte il doppio del muro del molo»: 4 metri. Ma il mattino dopo, tre bolognesi hanno incredibilmente il sorriso sulla bocca, rievocando una nottata da tregenda, sorpresi in pieno, con la loro valorosa «Rosa», barca a vela da 12 metri, dal fortunale che sabato sera ha scosso tutto l’Alto Adriatico. Ecco il loro racconto.

 

«Eravamo partiti — spiegano il proprietario della barca Enrico Mannato, 37 anni, imprenditore della Stone Energy di Bologna ed i due amici fidanzati, Guido Farneti, 37 anni, grossista nel settore pasticceria e Ambra Bersani, 28 anni, praticante avvocato — alle 13 da Lussino, c’era bel tempo, viaggiavamo a raffica, le previsioni dicevano che il maltempo sarebbe stato solo sulle Venezie». «Io — aggiunge Ermanno — avevo fatto poi altri controlli intorno alle 17 e avevo visto che ci sarebbero stati problemi solo su Sardegna, Corsica e Venezia». «Intorno alle 19, però, e all’improvviso, è venuto giù il mondo. In un attimo la randa si è stracciata ed è andata fuori uso, il radar è saltato, non vedevamo nulla».

 

«A quel punto — racconta ancora Enrico — mi sono attaccato alla radio e ho chiesto soccorsi. Siamo stati in contatto con Ancona radio, poi Rimini e Pesaro». I tre, per fortuna, pur costretti a navigare a vista (a motore, ovviamente), non perdono la calma. La «Rosa» tiene. Al timone resta Farneti, che prende via via ordini da Mannato («Una ventina d’anni che vado in barca, un mare così non l’avevo mai visto») il quale via via fa i punti nave, cioè la posizione.

 

E la ragazza? «Ambra — ammette Mannato — è quella che ha fatto il miracolo di tranquillizzarci, diceva ‘siamo a Gardaland’, ‘Facciamo il surf’ e battute simili. Sdrammatizzava. Se l’avessi vista che si metteva a piangere e perdeva la testa, sarebbe stata la fine per tutti». Concretamente, la ragazza parla con la sala radio della capitaneria (fa da ponte Ancona) quando Mannato è occupato altrove. Grazie al Gps e alle carte nautiche, i tre segnalano la loro posizione. «In pratica, siamo riusciti a capire che stavamo andando in direzione della motovedetta».

 

Perchè nel frattempo, subito dopo l’Sos, dal porto di Pesaro è partita la motovedetta CP 872, che tra l’altro si trovava già in mare, a Fano, per via di un falso allarme di un privato che segnalava razzi rossi, e quindi potenziale equipaggio in difficoltà. A 10 miglia dal porto, la motovedetta trova col radar la «Rosa». Che viene accompagnata in porto. Fine della fifa. I tre stanno bene, ringraziano tutti. «Dal Club nautico al Corto Maltese per l’assistenza che ci hanno fornito — dicono — ma sopratutto ai militari della Capitaneria che ci sono venuti a prendere, li vogliamo ringraziare uno per uno: Omar Corvino, Antonio Carella, e il comandante Umberto Casciaro».