Pesaro, 28 marzo 2011 - Pesaro è una delle città promotrici del Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche costituite da rappresentati di associazioni e comitati operanti nelle zone più colpite in Italia: si tratta di Lago di Vico, Molfetta, Colleferro, Ischia, Cattolica e Pesaro, appunto.

 

Il conflitto in Libia - come sottolinea la stampa nazionale - pone in grande rilievo l’allarme e la preoccupazione derivante dal possibile utilizzo delle armi chimiche in possesso di Gheddafi in quantità considerevoli Da almeno settant’anni molte città italiane subiscono le conseguenze degli stessi veleni e anche Pesaro potrebbe essere stata coinvolta in passato e tutt'oggi da questo fenomeno. Nella sede romana di Legambiente si è sancita la nascita del coordinamento la scorsa settimana anche grazie ad un dibattito organizzato a Pesaro per iniziativa dalla lista civica LiberixPesaro e Idv; all'incontro hanno partecipato anche il giornalista Gianluca Di Feo autore del libro ‘Veleni di Stato’ e i rappresentanti del comitato di Molfetta.

 

‘’Per la costruzione delle sei discariche localizzate fuori Pesaro sono state raccolte informazione di recente dal sindaco Ceriscioli e dal presidente della Regione Spacca - si legge in una nota del Coordinamento Nazionale Bonifica Armi Chimiche Marche - sono state fatte diverse richieste di informazioni, ma il Ministero della Difesa ha sempre risposto in maniera insoddisfacente e in contraddizione rispetto ai dati riportati negli archivi militari. In realtà con gli strumenti oggi a disposizione basterebbe monitorare e verificare cosa si trova sotto la sabbia dei nostri fondali dall’estate del 1944, quando il 10 agosto sono stati caricati su barconi e gettati in mare al largo 84mila litri di arsenico, 4.300 grandi bombe C500T contenenti iprite, per un totale di 1.316 tonnellate, equivalenti ad oltre un milione di litri’’.