Urbino, 10 giugno 2011 - In 8 anni, 43 paesi visitati e 60mila chilometri percorsi sempre a bordo della sua bici: per Keiichi Iwasaki, 38enne giapponese, originario della provincia di Gummaa 100 chilometri da Tokyo, cercare di girare tutto il mondo solo con la sua bici, una tenda e contando sulle proprie forze è ormai scontato.

Il suo viaggio è iniziato nel 2002 e lo ha portato in questi giorni ad Urbino, dopo ben 43 nazioni visitate, tantissime persone incontrate, luoghi mozzafiato del mondo finalmente visti con i propri occhi e soprattutto assaporati fino in fondo: Keiichi, cui da 2 anni si è unita Yuka Otsuka, anch'ella giapponese, incontrata per la prima volta 4 anni fa a Budapest con la stessa voglia di vedere il mondo pian piano e «finché le forze fisiche lo consentono», ricorda a memoria tutte le nazioni che ha attraversato in bicicletta, Korea, Cina, Vietnam, Cambogia, Tailandia, Malesia, Singapore, Laos, Nepal, India, Bangladesh, Pakistan, Iran, Azerbajian, Georgia, Turchia, Bulgaria, Grecia, Macedonia, Albania, Montenegro, Croazia, Ungheria, Slovacchia, Austria, Repubblica Ceca, Germania, Olanda, Belgio, Francia, Inghilterra, Spagna, Portogallo, Andorra, Svizzera, «anche quelli piccoli come Liechtenstein, Monaco, Malta, il Vaticano, San Marino», dice ridendo, sapendo che fino a quando non avrà visitato tutto il mondo non si fermerà.

In Italia, Keiichi e Yuka sono arrivati da qualche tempo, stanno visitando città e regioni: un anno fa avevano conosciuto in vacanza due urbinati, Marcello Pucci ceramista e la moglie Noriko che viene dal Giappone.

«Ci hanno telefonato da Pesaro e hanno detto che sarebbero venuti ad Urbino - raccontano Marcello e Noriko - : siamo andati ad aspettarli a Trasanni perché pioveva, ma loro erano tranquilli nonostante il cattivo tempo». Di solito i due viaggiatori, perfettamente attrezzati, dormono in tenda e provvedono a loro stessi senza ricorrere all'aiuto di nessuno: se piove, mettono la tenda sotto gli alberi, «una volta, Keiichi, mentre era in un uliveto a Lecce, ha avuto il colpo della strega - racconta Yuka - ed è rimasto bloccato per due settimane tra gli ulivi mentre io gli portavo da mangiare».

Come le è venuta l'idea di partire in bicicletta?

«Volevo vedere il mondo direttamente con i miei occhi, ascoltando i miei tempi e avere tutte le avventure possibili. Non voglio prendere l'aereo: è comodo ma troppo veloce, dal Giappone all'Italia ci vogliono 12 ore ma non vedi niente. Io ci ho messo 8 anni ma ho visto tante cose».

Che lavoro faceva in Giappone?

«Lavoravo come installatore di condizionatori d'aria in una piccola ditta con mio padre. A 28 anni ho deciso di partire e mio padre mi ha appoggiato: anche lui a 20 anni voleva viaggiare. Mia madre invece è preoccupata».

Comeguadagna i soldi necessari per spostarsi?

«Non abbiamo sponsor: io faccio spettacoli come prestigiatore e illusionista nelle piazze (ndr, Keiichi fa una dimostrazione e subito davanti alla chiesa di san Francesco si radunano decine di persone ad ammirarne la sua destrezza). Quando andavo alle scuole medie il maestro era un po' esperto di magìa, mi ha insegnato lui, poi ho imparato da solo e tramite internet».

Quale paese le è piaciuto di più?

«Il Nepal è stato il più bello: il panorama dell'Himalaya è straordinario e la gente è davvero molto gentile. Sono salito in bicicletta anche sull'Everest: per un anno un amico mi ha aiutato perché io mi preparassi a questa impresa. Anche l'Italia mi piace molto: ci sono tantissimi luoghi da vedere pieni di storia, poi la cucina è buonissima, mi piacciono il prosciutto, la pasta, le lasagne, il gelato».

Dove andrà dopo l'Italia?

«Adesso voglio vedere Venezia, poi Trieste e andare in Slovenia. Poi voglio visitare l'Africa, l'America del nord e del sud. In Australia non penso di andare perché l'ho già vista anni fa. Voglio andare nei posti che non conosco. Quando sono partito pensavo che per il giro del mondo mi ci volessero 10 anni, ma il viaggio si è allungato. Vorrei finire entro 5 anni, ci spero».