Pesaro, 5 maggio 2013 – Era in Italia già dieci anni fa. A quel tempo, Rubin Ago Talaban, 30 anni, il presunto sicario dell’acido in faccia all’avvocatessa Lucia Annibali, faceva il calciatore amatoriale, studiava all’Isef di Urbino e spacciava droga, soprattuto eroina. Viveva con la sua famiglia a Cartoceto. La polizia di Urbino lo fermò alla guida di un’auto una sera di settembre 2004 perché sospettava che il giovane spacciasse negli ambienti universitari. Con lui viaggiava pure la madre, ma non la sospettavano di nulla. E invece proprio la donna nascondeva negli slip e nel reggiseno 100 grammi di eroina mentre Rubin ne aveva 50. Dalla perquisizione della casa saltarono fuori altri 550 grammi di eroina e ben 44mila euro in contanti. Vennero ambedue arrestati e condannati con pena scontata in carcere. Poi seguì un decreto di espulsione con imbarco coatto all’aeroporto, destinazione Tirana.
La madre è rimasta in Albania, ma Rubin è tornato in Italia, prima a Milano e poi a Pesaro, con tanto di profilo Facebook. Non aveva ufficialmente una fissa dimora, tantomeno un lavoro, ma abitava a Pesaro e si faceva vedere in giro. Lo avevano incrociato i carabinieri ad inizio del marzo scorso ma riuscì a fuggire mentre il suo amico Precetaj venne controllato. Incrociò di nuovo le forze dell’ordine il 27 marzo scorso, quando la polizia lo bloccò in una strada con una bottiglia di acido, che cadde sul piede di un agente ustionandolo. Rubin venne portato in questura e malgrado ci fosse una fonte confidenziale che aveva già avvertito la polizia di un piano criminale con utilizzo di un acido per fare del male ad una ragazza, venne lasciato andare. Anzi gli fu notificato un secondo decreto di espulsione ma senza accompagnamento coatto all’aeroporto. Così Rubin uscì dalla porta, buttò nel cestino il decreto di espulsione, e rimase a Pesaro. A far cosa, è materia di indagine. Intanto ieri, Rubin Ago Talaban si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del gip per l’interrogatorio di garanzia.
ro.da.
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